Niccolò Tommaseo – Poesia
La poesia è la parola dei secoli.
La poesia è la parola dei secoli.
La poesia sorge laddove cuore e mente si incontrano.
Al giorno d’oggi un pessimo poeta è colui che imita la natura.
L’occhio del poeta, in una felice ispirazione, spazia dal cielo alla terra, dalla terra al cielo; e mentre l’immaginazione riconosce la figura di cose sconosciute, la penna del poeta le trasforme in forme, e dà alle cose astratte una sistemazione terrena e un nome.
L’utilità della poesia è una carezza all’anima, sensibilizza il cuore, divide emozioni, è un canto divino che tutti possono udire, capire, sentire…
La superbia è il più frequentemente punito e il più difficilmente sanabile di tutti i vizi.
Ohimè! O vita! Per queste domande sempre ricorrenti, per la folla infinita di infedeli, per le città piene di sciocchi, per il mio continuo rimproverarmi (poichè chi è più sciocco di me e più infedele?), per gli occhi invano assetati di luce, per gli oggetti perfidi, per la lotta sempre rinnovata, per gli scarsi risultati di tutti, per le sordide folle che vedo attorno a me avanzare con fatica, per gli anni inutili e vuoti di coloro che rimangono, con il resto di me avvinghiato, la domanda, Ohimè! Così triste, così ricorrente – cosa c’è di buono in tutto questo? Ohimè! O vita![risposta]Che tu sei qui – che la vita esiste, e l’identità, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuire con un verso.