Oscar Wilde – Libri
Ci possono forse essere delle idee per migliorare i libri? Temo di no.
Ci possono forse essere delle idee per migliorare i libri? Temo di no.
Le suggerì, inoltre, di scrivere una testimonianza che un giorno potesse servire per portare alla luce il terribile segreto che stava vivendo, affinché il mondo venisse al corrente dell’orrore che avveniva parallelamente all’esistenza pacifica e ordinata di quelli che non volevano sapere, di quelli che non potevano restare ancorati all’illusione di una vita normale, di quelli che non potevano negare, di quelli che stavano a galla sopra un mare di gemiti, ignorando, contro ogni evidenza, che a pochi isolati dal loro mondo felice c’erano gli altri, quelli che sopravvivono o muoiono dalla parte buia.
Il futuro è fatto di aria e di nebbia, finché non diventa presente, solo il passato è certo e conosciuto.
Ciò che leggi in un libro ti può piacere, lo puoi condividere, disprezzare o non capire.Non ha importanza perché quel libro ha già raggiunto il suo scopo nel momento in cui ha fatto breccia dentro di te ed è riuscito a liberare la tua anima portandoti altrove.E che importa se ciò che hai vissuto non ti è piaciuto.In quel momento hai imparato a volare!
Sono un libro con le pagine incollate, non riesco a farmi sfogliare.
L’uomo è uno è nessuno. Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l’impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.A volte la fatica cancella tutto e non concede la possibilità di capire che l’unico modo valido di seguire la ragione è abbandonarsi a una corsa sfrenata sul cammino della follia. Tutto intorno è un continuo inseguirsi di faccie e ombre e voci, persone che non si pongono nemmeno la domanda e accettano passivamente una vita senza risposte per la noia o il dolore del viaggio, accontentandosi di spedire qualche stupida cartolina ogni tanto…
Ecco, mi hai guardato: uno sguardo perfetto, lasciatelo dire: tutto bulbi, senza il minimo movimento della testa, fulmineo, intenso, romantico, per l’appunto, che nessun altro è riuscito a intercettare; uno sguardo purissimo di figlio a genitore, ancora privo della crepa generata dalla colpa e dall’incomprensione che pure un giorno sopraggiungeranno a lesionarlo, quando per la prima volta, per una qualsiasi cazzata, io ti avrò ferita, o tu avrai ferito me; ma anche uno sguardo indimenticabile di femmina a maschio, colmo di tensione erotica, che ripeterai esattamente uguale il giorno in cui perderai la verginità, sotto quel plaid, nel gelo di una casa di campagna vuota e sconosciuta, quando, tutta raccolta nel tuo corpo come adesso, solleverai gli occhi in questo stesso modo verso quelli del ragazzo tremante che starà entrando dentro di te, e se li troverai chiusi saprai di non avere sbagliato, e li chiuderai anche tu; ma soprattutto uno sguardo coraggiosissimo, perché, a questo punto, se non avesse trovato il mio, se fosse andato a vuoto perché io ero poniamo là dietro a parlare al telefonino come la madre della tua migliore amica, o anche seduto qui, sì, ma intento a chiacchierare con lei invece che a guardare te, tu la forza, anziché trovarla, l’avresti perduta.