Oscar Wilde – Religione
Morire per le proprie convinzioni teologiche è l’uso peggiore che si possa fare della vita.
Morire per le proprie convinzioni teologiche è l’uso peggiore che si possa fare della vita.
È proprio la religione vera quella che non occorre professare ad alta voce per averne il conforto di cui qualche volta – raramente – non si può fare a meno.
Non scrivo per compiacere le conventicole; scrivo per compiacere me stesso.
Più si studia la vita e la letteratura più si sente con forza che dietro ogni cosa meravigliosa c’è l’individuo, e che non è il momento che fa l’uomo, ma l’uomo che crea l’epoca.
Chi ha Gesù come signore nella propria vita ha tutto, il resto è destinato a diventare superfluo.
Io sono nella misura in cui dico “si” al progetto di amore che Dio ha per me.
Talvolta scrivo una lettera greca, un theta o un omega, e girando appena un pochino la penna vedo la lettera che guizza; è un pesce, mi ricorda in un attimo tutti i ruscelli e i fiumi del mondo, tutto ciò che esiste di fresco e di umido, l’oceano di Omero e l’acqua su cui camminava Pietro; oppure la lettera diventa un uccello, mette la coda, rizza le penne, si gonfia, ride, vola via… Ebbene, Narciso, tu non dai molta importanza a lettere di questo genere, vero? Ma io ti dico: con esse Dio scrisse il mondo.