Paola Melone – Morte
Farsi gioco della morte è celebrare la vita.
Farsi gioco della morte è celebrare la vita.
La vita può essere spezzata non solo dalla morte terrena, ma anche da una morte spirituale.
La morte non esiste, è solo un altro grembo da abbandonare per rivedere la luce.
Ho davvero paura di lasciare questo mondo arrivato il mio momento. Ho paura perché questo mondo è così bello. Basta affacciarsi da una finestra e guardare il mare, basta camminare in un parco di primavera, basta uscire e sentire il vento freddo d’inverno e vedere le foglie agitarsi, basta guardare due occhi che sorridono. Tutto questo è così bello e un giorno ci verrà portato via. Noi smetteremo di esistere mentre tutto andrà avanti. E se fosse come una notte senza sogni? Avete presente, no? Svanire per sempre, vivere in quel nulla per il resto della vita, mentre tutta questa meraviglia continua a scorrere. Le persone che amiamo, la natura, la danza, la pittura, la musica. Tutto andrà avanti e noi invece resteremo indietro, come se non fossimo mai esistiti, ma allora vorrei sapere una cosa. Perché nonostante ne siamo consapevoli, perché nonostante la paura del nulla e il sapere che prima o poi ci toccherà, non riusciamo a vivere la nostra vita a pieno? Perché non riusciamo a dire quei “ti amo” balbettati, perché non riusciamo a lasciarci andare, a rischiare? È tutto così breve e mi fa paura. Io voglio vivere, non voglio restare indietro, non voglio lasciare nessuno indietro, non voglio essere solo una persona su una foto. Vi prego, io non voglio scomparire.
Si dice: una morte stupida. Ma io devo ancora trovare uno che sia morto in modo intelligente.
La morte distrugge un uomo: l’idea della morte lo salva.
La gente è il riparo di chi non prende posizione. Le persone no. Le persone mostrano con coraggio le proprie idee, si inerpicano su terreni impraticabili, calpestati da pochi, lasciando alle spalle una folla, accomodata su un monotono pensiero comune.