Paolo Volponi – Lavoro
Non prendere il lavoro come un nemico, e non farne nemmeno l’unica ragione della tua vita.
Non prendere il lavoro come un nemico, e non farne nemmeno l’unica ragione della tua vita.
Ahimè il mio lavoro nessuno me lo invidia.Anzi spesso vengo compatito! E non posso certo biasimare chi mi compatisce.Che vita grama la mia, tutti mi passano sopra, nessuno si preoccupa e quando non servo più vengo buttato via, chi che vorrebbe una vita del genere? Nessuno!Eppure non mi posso lamentare ognuno nasce per fare quello che fa.Posso sembrare fatalista, però non la pensereste così se guardaste le cose dal mio punto di vista!E poi non mi annoio ogni giorno conosco gente nuova anche se non mi danno attenzione, ma che ci posso fare sono uno zerbino e non in senso metaforico!
Chi ci vuole convincere della bellezza del lavoro dovrebbe anche spiegarci perché nella Bibbia ad Adamo viene annunciato come un castigo e perché nei Paradisi di tutte le religioni nessuno lavora.
Progetta sempre una cosa considerandola nel suo più grande contesto, una sedia in una stanza, una stanza in una casa, una casa nell’ambiente, l’ambiente nel progetto di una città.
La città è una stupenda emozione dell’uomo. La città è un’invenzione, anzi: è l’invenzione dell’uomo.
Molte delle grandi conquiste del mondo sono state realizzate da uomini stanchi e scoraggiati che hanno continuato a lavorare.
C’è la diffusa tendenza da parte delle imprese, a considerarti un beneficato, per la sola ragione che pagano il tuo lavoro.