Pascal Luca Blanco – Stati d’Animo
Mi abbandono alla vita senza alcuna parsimonia. Lascio che gli eventi mi portino altrove e non importa dove.
Mi abbandono alla vita senza alcuna parsimonia. Lascio che gli eventi mi portino altrove e non importa dove.
La mia forza, sono io!
L’omerico Ulisse: come lui, mi ero rifugiato in una (provvisoria) sicurezza, potendo dire di essere Nessuno.
Tanti di noi portano dentro fardelli di dolore, ma ci saranno anche briciole di felicità e sono proprio queste briciole che ci danno la forza di andare avanti.
La gente era sempre interessante da principio. Poi, lentamente ma inesorabilmente, spuntavano i difetti e la pazzia. Io significavo sempre meno per loro, loro significavano sempre meno per me.
Oggi in giardino c’è festa, cinguettano gli uccellini, volano qua e là, senza una direzione. Si rincorrono, salgono e poi scendono, allegri chiacchiericci come tumultuosa scolaresca il primo giorno di scuola. Quante cose dell’inverno avranno da raccontarsi, chissà. I primi germogli dei narcisi, i fiori bianchi e rosa del pesco, i primi getti del giglio, fiori selvatici spontanei sconosciuti che timidamente si affacciano miracolo della natura finora sonnecchiante e assente. Poi boom, un esplodere a “nuova vita”. Ammirata penso. Ecco, forse accade così anche agli esseri umani quando, per la troppa sofferenza, subiscono una sorta di trauma. Inconsapevolmente forse si appartano, si chiudono, entrano in un mondo tutto loro fatto di silenzi e di ricordi che pungono. Si sentono abbattuti, quasi sconfitti e restano lì, inermi con l’inverno nel cuore, cadono in un simbolico letargo, esattamente come in inverno la natura: vivi sì, ma dormienti in attesa di qualcosa, di un pungolo, della primavera forse, la primavera come sorta di rinnovamento, di nuova vita, di risveglio, di rinascita, la primavera come stagione di nuovi colori nuovi profumi nuovi sproni. La tanto attesa primavera nel cuore.
Tutto è silenzio –ed io respiro brezzad’atàvico tempo.