Paul Mehis – Filosofia
Nessuno può scegliere di essere quello che è, però si può scegliere di non essere ciò che non dovremmo essere.
Nessuno può scegliere di essere quello che è, però si può scegliere di non essere ciò che non dovremmo essere.
Io non sono legata al mondo che vedi tu, perché… Amore mio… Questo mondo fa male e io non sono così forte da affrontarlo.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.
Una al giorno ed il sorriso è giocondo!
L’ironia è l’occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l’assurdo, il vano dell’esistenza.
L’uomo tanto vale quanto sa.
Io non sono tante cose, ma non vuol dire che non possa più permettermi di amare.
Io non sono legata al mondo che vedi tu, perché… Amore mio… Questo mondo fa male e io non sono così forte da affrontarlo.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.
Una al giorno ed il sorriso è giocondo!
L’ironia è l’occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l’assurdo, il vano dell’esistenza.
L’uomo tanto vale quanto sa.
Io non sono tante cose, ma non vuol dire che non possa più permettermi di amare.
Io non sono legata al mondo che vedi tu, perché… Amore mio… Questo mondo fa male e io non sono così forte da affrontarlo.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.
Una al giorno ed il sorriso è giocondo!
L’ironia è l’occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l’assurdo, il vano dell’esistenza.
L’uomo tanto vale quanto sa.
Io non sono tante cose, ma non vuol dire che non possa più permettermi di amare.