Paul Mehis – Stati d’Animo
La malinconia è il privilegio di chi ha vissuto.
La malinconia è il privilegio di chi ha vissuto.
Non aspiro a grandi cose, ma a quelle piccole gioie quotidiane: che possono essere una passeggiata in riva al mare, una chiacchierata con mio figlio, un bel dolce fatto in casa, una rimpatriata con i cari amici, ecco la semplicità la cosa che amo in assoluto!
Io non capisco le persone, le ascolto, il che è ben diverso. Eppure le sento spesso complimentarsi di questo con me: sapete perché? Noi esseri umani abbiamo un disperato bisogno di essere accolti nella mente e nel cuore di qualcuno, perché non siamo nemmeno in grado di capire a fondo noi stessi. Così, quando qualcuno ci ascolta sinceramente ci illudiamo del fatto che ci capisca.
E poi la notte mi assale con i suoi mille perché.
Perché molte persone che si guardano allo specchio si vedono brutte, se lo specchio non riflette ciò che siamo, ma solo ciò che vediamo?
Più attendo un tuo messaggio, più cresce in me la delusione.
Si pensa che attraversare il “grande freddo” sia un viaggio come un altro. Che quel “biglietto” di sola andata non faccia paura. Si pensa di non avere bisogno di niente e di nessuno. Ma si sbaglia, sai? Si viaggia da soli in mezzo al freddo, nascono le paure che non sapevi di avere. Le certezze vanno a farsi “fottere”. E tutto è così maledettamente difficile e complicato. La speranza di un po’ di pace non ti basta, non sazia la tua consapevolezza del dopo, perché di “quel dopo” non sai che fartene. Quel salto di “dimensione” è un salto così difficile da compiere, anche con “la freddezza della serenità”. E non ti basta neppure credere in Dio, o sperare che ci sia un Dio ad accoglierti alla fine di quel viaggio, per renderlo un “viaggio accettabile”. Perché “quella fermata” non è accettabile. E quel cuore sterile vorrebbe battere di nuovo.