Pino Caruso – Libri
Nonostante la televisione, la scrittura rimane la più sorprendente invenzione dell’uomo: se va via la luce, il libro non si spegne.
Nonostante la televisione, la scrittura rimane la più sorprendente invenzione dell’uomo: se va via la luce, il libro non si spegne.
“Mercedes!” Ripetè Montecristo “Mercedes! Ebbene sì, voi avete ragione, questo nome è dolce ancora da pronunciare, ed ecco la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona chiaro sulle mia labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome io l’ho pronunciato coi sospiri della malinconia, coi gemiti del dolore, colla rabbia della disperazione; l’ho pronunciato gelido per il freddo, attrappito sulla paglia della mia cella; l’ho pronunciato divorato dal caldo, l’ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del carcere. Mercedes, bisogna ch’io mi vendichi, perché ho sofferto per quattordici anni: per quattordici anni ho pianto, ho maledetto. Ora, io ve lo ripeto Mercedes, bisogna ch’io mi vendichi!”
Un misero mucchio di piccoli segreti, ecco cosa siamo.
A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l’impressione di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l’inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Nelly: io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch’io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere. Così, non parlar più di separazione: ciò è impossibile e…
La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano… Disse la volpe: ecco il mio segreto. È molto semplice: non vedo bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
Ogni volta che si finisce un libro, c’è sempre uno strato di nostalgia perché ormai, quei personaggi, che in fondo non sono altro che lettere d’inchiostro, avevano preso vita e occupato un posto nel cuore. Ma… tutte le storie che amiamo hanno una fine ed è proprio perché finiscono che ne può subito cominciare un’altra.
Nessuna cosa gli avrebbe fatto dolore quanto l’esser da lei creduto un uomo comune.