Plauto (Tito Maccio Plauto) – Libri
Insegni a uno che già sa.
Insegni a uno che già sa.
Le rose hanno un profumo inebriante ma anche spine affilate, pronte a farti sanguinare. Il sole dona la vita, ma se ci scherzi troppo ti brucia. L’acqua disseta e annega, crea e distrugge. Le cose belle fanno male, e quando non ci sono ti fanno sentire la loro mancanza. La loro dannata mancanza. Sfioro i petali dei fiori, ben attenta a non toccare le spine. Per favore: non appassite mai.
Brida cominciò a notare che le persone camminavano nelle strade senza sapere come muove le mani, e con i fianchi e le spalle immobili.
La letteratura si nutre di se stessa, per questo talvolta capita che alcuni scrittori fanno indigestione e vomitano un mare di scemenze.
Se non scrivo per una settimana mi ammalo, non riesco più’ a camminare, mi gira la testa, vomito, non mi alzo dal letto. Ho bisogno di scrivere a macchina. Se mi tagliassero le mani scriverei con i piedi. Sicché’ non ho mai scritto per i soldi, ho scritto per questo stimolo imbecille.
Nell’essere cosi concepito non sussiste la minima dualità, è ciò che esprimiamo dicendo che la densità d’essere dell’in-sé è infinita. Esso è il pieno L’in-sé è pieno di se stesso e non si potrebbe immaginare una pienezza più totale, una adeguazione più perfetta di contenente e contenuto nell’essere non sussiste il minimo vuoto, la minima incrinatura, attraverso cui possa insinuarsi il nulla.
Ormai avrei dovuto esserci abituata, e tuttavia non era così. Avevo la sensazione che Edward fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi.
Le rose hanno un profumo inebriante ma anche spine affilate, pronte a farti sanguinare. Il sole dona la vita, ma se ci scherzi troppo ti brucia. L’acqua disseta e annega, crea e distrugge. Le cose belle fanno male, e quando non ci sono ti fanno sentire la loro mancanza. La loro dannata mancanza. Sfioro i petali dei fiori, ben attenta a non toccare le spine. Per favore: non appassite mai.
Brida cominciò a notare che le persone camminavano nelle strade senza sapere come muove le mani, e con i fianchi e le spalle immobili.
La letteratura si nutre di se stessa, per questo talvolta capita che alcuni scrittori fanno indigestione e vomitano un mare di scemenze.
Se non scrivo per una settimana mi ammalo, non riesco più’ a camminare, mi gira la testa, vomito, non mi alzo dal letto. Ho bisogno di scrivere a macchina. Se mi tagliassero le mani scriverei con i piedi. Sicché’ non ho mai scritto per i soldi, ho scritto per questo stimolo imbecille.
Nell’essere cosi concepito non sussiste la minima dualità, è ciò che esprimiamo dicendo che la densità d’essere dell’in-sé è infinita. Esso è il pieno L’in-sé è pieno di se stesso e non si potrebbe immaginare una pienezza più totale, una adeguazione più perfetta di contenente e contenuto nell’essere non sussiste il minimo vuoto, la minima incrinatura, attraverso cui possa insinuarsi il nulla.
Ormai avrei dovuto esserci abituata, e tuttavia non era così. Avevo la sensazione che Edward fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi.
Le rose hanno un profumo inebriante ma anche spine affilate, pronte a farti sanguinare. Il sole dona la vita, ma se ci scherzi troppo ti brucia. L’acqua disseta e annega, crea e distrugge. Le cose belle fanno male, e quando non ci sono ti fanno sentire la loro mancanza. La loro dannata mancanza. Sfioro i petali dei fiori, ben attenta a non toccare le spine. Per favore: non appassite mai.
Brida cominciò a notare che le persone camminavano nelle strade senza sapere come muove le mani, e con i fianchi e le spalle immobili.
La letteratura si nutre di se stessa, per questo talvolta capita che alcuni scrittori fanno indigestione e vomitano un mare di scemenze.
Se non scrivo per una settimana mi ammalo, non riesco più’ a camminare, mi gira la testa, vomito, non mi alzo dal letto. Ho bisogno di scrivere a macchina. Se mi tagliassero le mani scriverei con i piedi. Sicché’ non ho mai scritto per i soldi, ho scritto per questo stimolo imbecille.
Nell’essere cosi concepito non sussiste la minima dualità, è ciò che esprimiamo dicendo che la densità d’essere dell’in-sé è infinita. Esso è il pieno L’in-sé è pieno di se stesso e non si potrebbe immaginare una pienezza più totale, una adeguazione più perfetta di contenente e contenuto nell’essere non sussiste il minimo vuoto, la minima incrinatura, attraverso cui possa insinuarsi il nulla.
Ormai avrei dovuto esserci abituata, e tuttavia non era così. Avevo la sensazione che Edward fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi.