I colori sono già in noi, si possono mischiare, ombreggiare, applicare, schiarire, scurire e così via, ma al momento di finire il quadro l’equilibrio tra di loro dev’essere visibile e comprensibile, quello sarà il tuo colore, il tuo bianco o nero, oppure se ti fa piacere puoi chiamarlo bene o male.
Quando voglio confrontarmi con l’unica mia possibile rivale, mi guardo allo specchio.
Ci sono eventi che ti stravolgono la vita in pochi secondi, altri che ci passano davanti tra la nostra indifferenza, molti che non vivremo mai e altri ancora che credevamo eterni mentre si dissolvevano tra le spire del tempo. Noi siamo gli eventi che abbiamo vissuto, quegli che abbiamo ingenuamente sognato.
Quello che vorrei non lo dico, non lo dico mai. Lo lascio lì, rinchiuso a chiave in un silenzio che mi urla dentro.
Amo l’immortalità dell’attimo, che per quanto breve possa essere, non lo sarà mai abbastanza.
Pensieri e sogni bussano al cuore, e io li accolgo come dono.
La mente è la prigione del depresso.