Raffaele Caponetto – Angelo
In gioventù ho talmente stressato il mio angelo custode che, ancora adesso, non si è ripreso dalle fatiche a cui l’ho sottoposto. Proprio ora avrei bisogno del suo aiuto.
In gioventù ho talmente stressato il mio angelo custode che, ancora adesso, non si è ripreso dalle fatiche a cui l’ho sottoposto. Proprio ora avrei bisogno del suo aiuto.
Oscura la notte, oscura la mia mente, oscuro ciò che mi circonda. Oscura io! Tra serpenti e fiamme dell’inferno ho fatto crescere il mio essere. Il male scorre nelle mie vene, pulsante, mi fa godere, mi dona estesi, tormento, piacevole tormento quando vedo negli occhi di chi mi guarda il terrore, il non capire, il dubbio. Cercare di divincolarsi non serve, ciò che io desidero sarà mio. Ciò che prima era luce al mio tocco diviene tenebra. La cosa bella, senza che tu te ne accorga. Questa sono io, questo siamo noi, angeli neri, dall’anima nera.
Essere fedele ad una sola donna è come chiedere al sole di illuminare una sola persona.
Un angelo ha diviso il mio cuore in tanti pezzi e mi ha detto “va e dona ogni pezzo alle persone a cui tieni di più” Ecco il pezzo più grande è il tuo.
Molti italiani sono perennemente in conflitto con il congiuntivo e il condizionale; con il resto della grammatica hanno un andamento altalenante tra scontri e tregue.
Quando, giornalmente, gli ultimi raggi di sole scompaiono dietro l’orizzonte e non sei contento del tuo operato, è ora di dare una svolta alla tua vita.
È la solitudine che ti tiene per mano e ti indica la via, passo per passo, caduta per caduta.