Raffaella Frese – Vita
Il pugnale che ferisce di più è il silenzio di chi ha deciso che è meglio tenersi tutto dentro, che è meglio rifugiarsi nella penombra della sua insicurezza; invece di affrontare i problemi e la vita.
Il pugnale che ferisce di più è il silenzio di chi ha deciso che è meglio tenersi tutto dentro, che è meglio rifugiarsi nella penombra della sua insicurezza; invece di affrontare i problemi e la vita.
Nella vita il “mai” e l'”a volte” sono soltanto una variazione del “sempre”.
Le nostre ferite, il nostro dolore, il nostro vissuto, tutto ciò che abbiamo sofferto in passato, ha influenzato e condizionato il nostro modo di essere. Ricordiamo però che sbocciamo ogni giorno e che solo accettando i nostri limiti, le nostre fragilità, lavorando su noi stessi, possiamo rendere più colorato e profumato il nostro giardino.
Capisci di essere ancora giovane quando al pensiero di ringiovanire di vent’anni ti assale un attacco di risa invece di un’avida e struggente nostalgia.
Certe persone hanno prima bisogno di perdere gli altri per capire che stanno perdendo anche se stesse.
Nel mio piccolo ho sempre cercato di essere all’altezza delle cose che nella vita ero riuscita ad ottenere, gli amici, la stima di mia mamma e mio papà, l’amore di mio figlio, un ex marito straordinario che oggi è un po’ come il mio migliore amico, due mestieri nelle mani e altre piccole cose. Ho cercato nel mio piccolo sempre di essere onesta, di dire sempre la verità, essere sincera, di non ferire e non illudere, di non giocare mai con certi valori, dolori o sentimenti e malgrado la vita mi ha insegnato che non basta per ricevere altrettanto non sono cambiata. Ho cercato nel mio piccolo di restare umile, di non seguire la massa e di portare in alto e avanti me stessa così come sono, senza paure ne rancori, senza timore di mostrarmi. Non ho vergogna ne dei miei errori, ne dei miei limiti o delle mie paure… non ho paura di mettermi in gioco rischiando di nuovo di soffrire, ma una cosa che mi fa paura c’è; ed è la cattiveria e la malvagità che il mondo spesso nasconde e delle sue violenze. Ma non mi fermo comunque perché la strada che ho affrontato fino ad oggi mi fa solo essere fiera di me. Mi guardo dietro e dico: “Eccoti, guarda dove sei, come sei e dimmi se mai avresti pensato di uscirne così”! Verissimo, troppe volte mi sono detto: “Non ce la faccio” ma invece ce l’ho fatta e se ce l ho fatta fino ad oggi non ho motivi per non proseguire con la stessa forza, tenacia e sicurezza!
Il giusto altro non è che l’utile del più forte.