Raymond Queneau – Ipse dixit
Siccome i personaggi di questo romanzo sono reali ogni rassomiglianza con figure immaginarie verrebbe ad essere fortuito.
Siccome i personaggi di questo romanzo sono reali ogni rassomiglianza con figure immaginarie verrebbe ad essere fortuito.
Il mio modo di vivere è estremamente semplice. Mi alzo la mattina e vado a letto la sera. Quello che faccio nel frattempo è occupare me stesso come meglio posso.
Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni!
Non accetti promozioni, non accetti trasferimenti. Non accetti niente che la possa allontanare dal suo ponte di comando, perché, finché rimane sull’Enterprise può fare la differenza.
Ci pisciano in testa e ci dicono che piove!
La politica non è il mio editore. Punto e basta.
Se parcellizzi la realtà puoi dire qualsiasi verità.