Shôhei Ôoka – Religione
Se egli era stato una trasfigurazione del Cristo…
Se egli era stato una trasfigurazione del Cristo…
Se colui che m’ha colpito era l’essere immenso che, su quella collina da cui si vedeva il sole al tramonto, ha offerto la sua propria carne a me affamato…
Se Dio s’è degnato di predisporre quel colpo perché m’amava…
Se quell’ignoto assalitore m’ha colpito alla nuca proprio in quel momento in cui, per la mia protervia, stavo per piombare nel delitto…
Tre sono le credenze religiose collocate sopra tutte le altre nella universalità dei comuni giurati: la vita è bella e degna che severamente e magnificamente la viva l’uomo rifatto intiero nella libertà; l’uomo intiero colui che sa ogni giorno inventare la sua propria virtù, per ogni giorno offrire ai suoi fratelli un nuovo dono; il lavoro, anche il più umile, anche il più oscuro, se sia bene eseguito, tende alla bellezza e orna il mondo.
La cieca necessità metafisica, certamente la stessa sempre e dovunque, non potrebbe produrre la varietà delle cose. Tutta quella diversità delle cose nella natura, che troviamo adatte a tempi e luoghi differenti non può derivare da altro che dalle idee e dalla volontà di un Essere che esiste necessariamente.
La grandezza la si deve misurare nei confronti con Dio. Quanto più uno si avvicina a Dio tanto più s’innalza.
Meno si crede in Dio, più si capisce che altri ci credano.
Che cosa è questo Dio che fa morire Dio per placare Dio?
Tanto più le religioni e le fedi corrono il rischio di contrapporsi violentemente le une alle altre, tanto più è urgente un dibattito sulle religioni che prescinda dalle fedi. Gli specialisti debbono poter esprimere le loro ipotesi senza condanne, a proposito di ogni credo religioso.
Non è con l’intelligenza che Lo si capisce, ma è la vita che Lo fa comprendere.
Senza la religione staremmo tutti meglio. Saremmo liberi di esultare per il privilegio che abbiamo di essere nati, grati di vivere una vita, questa, terrena, abbandonando il presuntuoso desiderio di averne una seconda, eterna, nell’aldilà.
Non ci sia religione diversa da quella che consiste nell’abolire completamente la tirannide e il culto degli dèi e dei loro idoli.
Questo santo vegliardo non ha ancora sentito dire nella sua foresta che: Dio è morto.
Non c’è da temere che la mia felicità passi, perché Dio ne è l’unico oggetto ed egli non cambia.
Epicuro crede che esistano gli dèi, perché è necessario che esista una natura eccellente, della quale nulla possa essere migliore.
Penso che Dio sia soprattutto giusto e che non sarà possibile barare con lui. Conteranno le intenzioni, buone o cattive, che ci hanno spinto a fare qualcosa, e non gli effetti dei nostri atti.