Riccardo Sanna – Vita
Meglio un minuto tutto mio che una vita dettata dagli altri.
Meglio un minuto tutto mio che una vita dettata dagli altri.
Le decisioni importanti e soprattutto quelle che riguardano il nostro futuro, devono essere prese con molta ponderazione e serenità. Solo se si è sereni si può ben riflettere sulle loro conseguenze. La fretta e l’agitazione, molto spesso, producono cattivi frutti. Il futuro di una vita in comune dipende principalmente da noi.
Veniamo al mondo piangendo. Il nostro primo approccio con la realtà sono le lacrime, la prima sensazione che proviamo è il dolore. Quasi come un presagio, un avvertimento che tutta la nostra vita girerà intorno a vari dolori. Dal momento in cui tagliamo il cordone ombelicale inizia la nostra ricerca, volta a qualcuno che possa darci di nuovo quella sensazione di pace, ti tranquillità, nel grembo materno. Qualcuno che ci faccia provare quel nodo allo stomaco quando è lontano, e stavolta non parlo dell’ombelico. Qualcuno che possa essere un sollievo in mezzo al dolore. Passiamo la vita nella ricerca di qualcosa, senza renderci conto, che forse, quel qualcosa non esiste.
Il ritiro a vita deprivata è una costrizione irredenta dell’esistenza.
Quando si vedono sempre le stesse personealla fine queste cominciano a far parte della nostra vita.E quando divengono parte della nostra vitacominciano anche a volerla modificare.Se non ci comportiamo come loro si aspettano, si irritano.Sembra che tutti abbiano l’idea esattadi come dobbiamo vivere la nostra vita.E non sanno mai come devono vivere la loro.
L’essere esiste per essere, quando manca la certezza, l’istinto primitivo si fa strada, si fa accompagnare dall’imprudenza e stupidità prendendo sotto braccio l’ignoranza per la verità. Ed è così che si spreca il tempo. Quante volte ci si lascia accompagnare dall’incertezza del vivere,; fortuna grande è la coscienza che ti ferma, che ti fa ritornare nei tuoi passi, ragionare, per vivere ed essere consapevole della vita. La vita è un dono meraviglioso.
Dicono che l’amore appartiene all’essere vivo. Allora noi ora siamo tutti delle salme!
Le decisioni importanti e soprattutto quelle che riguardano il nostro futuro, devono essere prese con molta ponderazione e serenità. Solo se si è sereni si può ben riflettere sulle loro conseguenze. La fretta e l’agitazione, molto spesso, producono cattivi frutti. Il futuro di una vita in comune dipende principalmente da noi.
Veniamo al mondo piangendo. Il nostro primo approccio con la realtà sono le lacrime, la prima sensazione che proviamo è il dolore. Quasi come un presagio, un avvertimento che tutta la nostra vita girerà intorno a vari dolori. Dal momento in cui tagliamo il cordone ombelicale inizia la nostra ricerca, volta a qualcuno che possa darci di nuovo quella sensazione di pace, ti tranquillità, nel grembo materno. Qualcuno che ci faccia provare quel nodo allo stomaco quando è lontano, e stavolta non parlo dell’ombelico. Qualcuno che possa essere un sollievo in mezzo al dolore. Passiamo la vita nella ricerca di qualcosa, senza renderci conto, che forse, quel qualcosa non esiste.
Il ritiro a vita deprivata è una costrizione irredenta dell’esistenza.
Quando si vedono sempre le stesse personealla fine queste cominciano a far parte della nostra vita.E quando divengono parte della nostra vitacominciano anche a volerla modificare.Se non ci comportiamo come loro si aspettano, si irritano.Sembra che tutti abbiano l’idea esattadi come dobbiamo vivere la nostra vita.E non sanno mai come devono vivere la loro.
L’essere esiste per essere, quando manca la certezza, l’istinto primitivo si fa strada, si fa accompagnare dall’imprudenza e stupidità prendendo sotto braccio l’ignoranza per la verità. Ed è così che si spreca il tempo. Quante volte ci si lascia accompagnare dall’incertezza del vivere,; fortuna grande è la coscienza che ti ferma, che ti fa ritornare nei tuoi passi, ragionare, per vivere ed essere consapevole della vita. La vita è un dono meraviglioso.
Dicono che l’amore appartiene all’essere vivo. Allora noi ora siamo tutti delle salme!
Le decisioni importanti e soprattutto quelle che riguardano il nostro futuro, devono essere prese con molta ponderazione e serenità. Solo se si è sereni si può ben riflettere sulle loro conseguenze. La fretta e l’agitazione, molto spesso, producono cattivi frutti. Il futuro di una vita in comune dipende principalmente da noi.
Veniamo al mondo piangendo. Il nostro primo approccio con la realtà sono le lacrime, la prima sensazione che proviamo è il dolore. Quasi come un presagio, un avvertimento che tutta la nostra vita girerà intorno a vari dolori. Dal momento in cui tagliamo il cordone ombelicale inizia la nostra ricerca, volta a qualcuno che possa darci di nuovo quella sensazione di pace, ti tranquillità, nel grembo materno. Qualcuno che ci faccia provare quel nodo allo stomaco quando è lontano, e stavolta non parlo dell’ombelico. Qualcuno che possa essere un sollievo in mezzo al dolore. Passiamo la vita nella ricerca di qualcosa, senza renderci conto, che forse, quel qualcosa non esiste.
Il ritiro a vita deprivata è una costrizione irredenta dell’esistenza.
Quando si vedono sempre le stesse personealla fine queste cominciano a far parte della nostra vita.E quando divengono parte della nostra vitacominciano anche a volerla modificare.Se non ci comportiamo come loro si aspettano, si irritano.Sembra che tutti abbiano l’idea esattadi come dobbiamo vivere la nostra vita.E non sanno mai come devono vivere la loro.
L’essere esiste per essere, quando manca la certezza, l’istinto primitivo si fa strada, si fa accompagnare dall’imprudenza e stupidità prendendo sotto braccio l’ignoranza per la verità. Ed è così che si spreca il tempo. Quante volte ci si lascia accompagnare dall’incertezza del vivere,; fortuna grande è la coscienza che ti ferma, che ti fa ritornare nei tuoi passi, ragionare, per vivere ed essere consapevole della vita. La vita è un dono meraviglioso.
Dicono che l’amore appartiene all’essere vivo. Allora noi ora siamo tutti delle salme!