Richard Feynman – Vita
La nostra immaginazione è tesa al massimo; non, come nelle storie fantastiche, per immaginare cose che in realtà non esistono, ma proprio per comprendere ciò che davvero esiste.
La nostra immaginazione è tesa al massimo; non, come nelle storie fantastiche, per immaginare cose che in realtà non esistono, ma proprio per comprendere ciò che davvero esiste.
Quello che non voglio,è finire in osteriala mano tremante che rovesciail bicchiere del vinoed il vomito che attendeal lampione giù all’angolo.Quello che non voglioè finire all’obitoriocoi visceri sferragliatida un anatomopatologoper la sua prossima pubblicazione.Quello che non voglioè finire su una antologianel capitolo “i minori”, dovequella poesia un po’ scemache stavo quasi per buttaresia detta “il suo prodotto migliore”.
Non permettere mai all’alcoldi prendere il controllo dei tuoi pensieri,perché edificherà un murosul cammino della tua vita,che difficilmenteriuscirai a scavalcare,e prima o poi ci sbatterai contro…Amico Mio,fermati fin che sei in tempo!
Devi sentire tu come vuoi vivere. Tu devi decidere chi vuoi essere. Di tutto ciò che ti circonda, chiacchiere, il giudizio altrui, fregatene! Chi ti ama ti accetta, se sbagli ti riprende, ma ti resta a fianco.
Tutti a dire: prima di correre impara a camminare. Io non voglio camminare, io voglio correre fino a non avere più fiato, io voglio cadere e farmi male, perché le ferite ti aiutano a crescere e ti fortificano. Io voglio essere in grado di curare da sola le mie ferite, mi sentirei più indipendente e capace. È bello trovare sempre una mano tesa pronta ad aiutarti, ma è giusto che ci si abitui anche a non trovarla ogni tanto. Potrei correre il rischio di non riuscire più ad alzarmi e andare avanti, se un giorno quella mano venisse a mancarmi.
Più del fascino e dell’intelletto, degli odori che rendono giustizia ai piaceri dell olfatto; e alla pelle, che inarrestabilmente risponde, dando vita a quel desiderio di scivolar via, sull’altra pelle. Ma ancora di più e lo stare a guardare; osservare il quotidiano, osservare il tuo “sentire” il tuo “agire” e amarlo intensamente; e sentire un piacere, vedendo scivolar via il tempo, sentendo l’insaziabilità del vero amare. Come seduto su una panchina, in un qualunque viale, di un qualunque altrove. Voltarsi ovunque per cercarti; trovarti e sorridere perché è la cosa più bella osservare quel tuo vivere. La completezza dell’amore; la bellezza dell’esistere.
La vita non è sempre né triste né tragica;talvolta è lieta, talvolta di una ridicola serietà,che è il non plus ultra del genere buffo.