Richard Wagner – Stati d’Animo
La gioia non è nelle cose, è in noi.
La gioia non è nelle cose, è in noi.
Da lontano le cose mi piacciono sempre.
Alcune volte ho talmente tante cose da fare, che non ho neanche il tempo di sentirmi triste o in colpa.
Bisognerebbe sempre esprimere le proprie emozioni, fanno bene alle persone che le vivono. Dire “ti voglio bene” oggi, non dovrebbe essere evitato, domani potrebbe non avere più lo stesso significato.
Non so maneggiarmi con cura. Mi rompo in continuazione. Porcellana smerigliata o, più semplicemente, ghisa grezza, antiestetica. Dipendente dai si e dai no, io quel “no” lo urlerei al mondo intero al posto dei “buongiorno” o dei “come va” di facciata. Così, diversa, ché di tutto quest’apparire non me ne faccio niente e di tutte le tattiche banali e studiate per sortire gli effetti di chissà quale ingenua psicologia del senso comune ancor meno. Vanno avanti gli altri, saette, io mi tengo la mia locomotiva a vapore molto vintage che non insegue nessuno perché siamo sempre lì, se qualcuno vuole esserci e vuole saltare su, salterà su.
Sto ricucendo le mie ore dietro una finestra; il vetro sembra la soglia di una nuova identità. Viaggio. Sfumature di contorni e qualche goccia di una stanca pioggia segnano le fermate dell’ansia. Il mio respiro inizia a correre mentre sfoca ogni immagine oltre il vetro. Inizia il sogno.
Il caffè caldo della mattina m’invade i sensi, mentre pochi raggi di sole attraversano le imposte a malapena socchiuse, un leggiadro soffio di vento mi accarezza il viso ed assopisce la malinconia e solitudine, madri dell’ombra nera ancora viva. Ora non è più così, il silenzio coltiva l’anima mia come l’erba fresca nutre il gregge.