Rita Calarco – Stati d’Animo
La sera, la cosa più bella che ti possa capitare, è di tornare a casa e avere qualcuno a cui raccontare com’è andata la giornata.
La sera, la cosa più bella che ti possa capitare, è di tornare a casa e avere qualcuno a cui raccontare com’è andata la giornata.
Arrivi ad un punto in cui il perdono non dimentica.
Nella notte di Natale, anche chi sta bene da solo soffre la sua solitudine. Magari vive solo da una vita, poi gli basta una notte per accorgersene.
Sono in collisione violenta con il mio buon senso!
Se la certezza barcolla poi la mente crolla.
Pochi sanno cosa vuol dire piangere nel ripensare alla propria vita. Io lo so e ho paura. Paura di quello che una volta una persona mi ha detto e cioè che ogni persona ha la sua dose personale di dolore, contata, limitata e che poi, una volta esaurita, non lo si prova più, ma si riceve solo felicità e serenità. Ho paura perché la mia dose sembra inesauribile e perché continuo a sperare. “La speranza è l’ultima a morire” e hanno ragione. Se smettessi di sperare non so cosa mi rimarrebbe. Ma sperare fa anche paura. Io spero che tutto questo finisca e che la mia anima possa drogarsi finalmente con dosi di felicità, ma non succede. Non sono sicura di volere conoscere il mio limite. Vorrei tanto che la mia dose di dolore non lo superasse.
Io sono una persona sostituta, mai al primo posto. Sempre ho avuto la sensazione e alcune volte, la certezza di essere in secondo, terzo e anche al millesimo posto nella vita degli altri.