Rita Lombardi – Abitudine
Con la società che ci ritroviamo spesso facciamo determinate cose per dovere, mai per piacere, ed è la forma più ipocrita che possa esserci.
Con la società che ci ritroviamo spesso facciamo determinate cose per dovere, mai per piacere, ed è la forma più ipocrita che possa esserci.
Le frasi commerciali derivano da una coerente aderenza all’inutile, che comporta una massificata crisi esistenziale…
Puoi mangiarti anche chili e chili di zucchero, se sei acida tale rimani.
L’abitudine è una stanza chiusa alla vita.
M’abituerò. M’abituerò ad appoggiare la mia mano al muro, certo, la tua spalla era più morbida, ma devo abituarmi all’idea che non è più qui per sorreggermi. M’abituerò a star zitta, ormai nella stanza accanto non c’è più nessuno che mi ascolti. M’abituerò a fare a meno delle tue scuse inutili, dei tuoi ti amo fasulli, dei tuoi “non posso fare a meno di te”. M’abituerò anche a non amarti più, ma non adesso, col tempo forse. M’abituerò a tutto, ma una cosa è certa, non riuscirò mai ad abituarmi all’idea che mi ci devo abituare.
Siamo così rigidi nel giudicare gli altri e così indulgenti verso noi stessi, tanto da non comprendere realmente i nostri errori, ma sapersi guardare dentro con onestà è cosa da pochi: non tutti amano il rischio di scoprirsi brutti. Meglio vedere il brutto negli altri: è più facile e sicuro.
Con il fuoco rischi di bruciarti, con me di farti male, se giochi.