Roberto Benigni – Ipse dixit
Per carità: io a Emilio Fede gli voglio bene come se fosse normale.
Per carità: io a Emilio Fede gli voglio bene come se fosse normale.
Bisogna andare oltre le parole per comprenderne il significato.
Il mio sogno ricorrente, da tanti anni, è un’onda gigantesca, che sta per abbattersi su una spiaggia dove io mi trovo con un gruppo di amici. Io ho sogni premonitori.
Nulla è scontato. Tutto deve essere conquistato.
A Veltroni ho detto: sono il tuo Messia, ti libero dall’abbraccio mortale della sinistra.
A volte non sono tanto le idee che mi fanno paura, quanto la faccia di chi le esprime.
La felicità la trovi nei piccoli gesti quotidiani, nei silenzi ascoltati, nei vuoti riempiti, nei sorrisi regalati e nell’amore vissuto.
Bisogna andare oltre le parole per comprenderne il significato.
Il mio sogno ricorrente, da tanti anni, è un’onda gigantesca, che sta per abbattersi su una spiaggia dove io mi trovo con un gruppo di amici. Io ho sogni premonitori.
Nulla è scontato. Tutto deve essere conquistato.
A Veltroni ho detto: sono il tuo Messia, ti libero dall’abbraccio mortale della sinistra.
A volte non sono tanto le idee che mi fanno paura, quanto la faccia di chi le esprime.
La felicità la trovi nei piccoli gesti quotidiani, nei silenzi ascoltati, nei vuoti riempiti, nei sorrisi regalati e nell’amore vissuto.
Bisogna andare oltre le parole per comprenderne il significato.
Il mio sogno ricorrente, da tanti anni, è un’onda gigantesca, che sta per abbattersi su una spiaggia dove io mi trovo con un gruppo di amici. Io ho sogni premonitori.
Nulla è scontato. Tutto deve essere conquistato.
A Veltroni ho detto: sono il tuo Messia, ti libero dall’abbraccio mortale della sinistra.
A volte non sono tanto le idee che mi fanno paura, quanto la faccia di chi le esprime.
La felicità la trovi nei piccoli gesti quotidiani, nei silenzi ascoltati, nei vuoti riempiti, nei sorrisi regalati e nell’amore vissuto.