Roberto Gervaso – Guerra & Pace
L’italiano va in guerra sperando che qualcuno lo aiuti a vincerla.
L’italiano va in guerra sperando che qualcuno lo aiuti a vincerla.
Non è vero che vogliam esser stimati per quello che siamo. Vogliamo esser stimati per quello che ameremmo essere.
La bellezza si vede. Il fascino si sente.
L’anima cresce, nutrita dalla buona coscienza.
Gli amici, come gli amori, non si cercano: si trovano.
Militare non vuol dire necessariamente di guerra, perchè se i mezzi meccanici sono stati impiegati per circa dieci anni durante le due Guerre Mondiali del secolo appena trascorso, è altrettanto vero che sono stati al servizio di tutti negli altri novant’anni di pace.
Io so perché il mare è salato, so di cosa sono fatte le onde, so cosa si infrange sulle scogliere e cosa lambisce i lidi: sono le troppe lacrime versate da madri, in cerca di figli inghiottiti dall’assurdità di una guerra, sono le troppe lacrime versate da figli orfani del proprio cognome, sono le troppe lacrime non versate da pance vuote di pane e gonfie di niente, sono le troppe lacrime versate da chi è incompreso, ignorato, annullato.