Roberto Giusti – Morte
Succhiami via la Vita, prima che l’Amore, raggiunga il mio tormentato Cuore… Donami il dolce Brivido della Morte!
Succhiami via la Vita, prima che l’Amore, raggiunga il mio tormentato Cuore… Donami il dolce Brivido della Morte!
Brindo… e brindo alla vita così tanto… che sono ubriaco, alcolizzato. Vedo… e vedo in…
La freccia gli si piantò alla base del collo ed egli si accasciò contro la parete e mentre l’anima gli usciva gorgogliando dalla ferita gli occhi gli s’arrovesciarono all’indietro e potè vedere per un momento dentro di sé. Vi trovò il villaggio natio, le acque scintillanti del mare e i suoi passi di fanciullo lungo la riva, sentì gli spruzzi e la schiuma e la sabbia dorata sotto i piedi, il calore del sole sulle spalle nude. Desiderò di non essere mai partito mentre, piangendo, scendeva per sempre nel buio e nel freddo.
L’universo, per quanto infinito, è un contenitore stagno e come tale, nulla fa uscire.Nello stesso modo, la morte di un essere umano, non fa svanire la persona, anch’essa contenitore, ma ne libera l’anima!
Forse è questo il peccato originale, essere incapaci di amare e di essere felici, di vivere a fondo il tempo, l’istante, senza smania di bruciarlo, di farlo finire presto. Il peccato originale introduce la morte, che prende possesso della vita, la fa sentire insopportabile in ogni ora che essa arreca nel suo trascorrere, e costringe a distruggere il tempo della vita, a farlo passare presto, come una malattia; ammazzare il tempo, una forma educata di suicidio.
Non è la morte a farmi paura, ma la vita sprecata.
Sono le azioni, non le parole, che determinano chi in realtà siamo.