Roberto Giusti – Stati d’Animo
Sentirsi liberi è tutto quello che vorremmo ma che spesso non otteniamo mai.
Sentirsi liberi è tutto quello che vorremmo ma che spesso non otteniamo mai.
Le foto, cosa sono le foto!? Sono un ricordo stampato nella memoria, sono la prova tangibile di una momentanea e fugace felicità, e nel istante in cui ne fai una, sei il protagonista di un disegno impresso nel tempo che e più grande di te… d’altra parte però, le foto sono anche ricordi sbiaditi nei cuori di chi ne e padrone, ricordi di qualcosa ke c’era e ora non c’è più, di un qualcosa che forse non tornerà mai più, e solo questa la parte maledettamente brutta e dolorosa di una foto!
Da bambino avevo paura della notte perché pensavo fosse popolata da mostri. Crescendo ho capito che i veri mostri si nascondono nel buio che abbiamo dentro e con loro bisogna parlarci, bisogna conoscerli. Ho scoperto che non sono poi così diversi da me, che non sarebbero mai diventati mostri se mi fossi preso cura di loro. Ho scoperto che loro conoscevano me molto meglio di quanto io conoscessi loro. Ora mi tengono compagnia ma, finché li ho temuti, mi sono sentito incredibilmente solo.
Dannato è colui che ricerca la felicità ma vive solo di tristezza.
Nell’immobilità del silenzio avverti l’abbraccio dell’assenza.
Questo mio cuore oggi impazzisce, ieri pulsava ora ruggisce.
È abbastanza per te Dio questo mio dolore? È abbastanza per te Dio questa condanna? È abbastanza per te Dio questo mio tormento? È abbastanza per te Dio questa disperazione? Dimmi è abbastanza? O vuoi ancora altro da me? Mi stai dissanguando come il tuo figlio in croce.
Le foto, cosa sono le foto!? Sono un ricordo stampato nella memoria, sono la prova tangibile di una momentanea e fugace felicità, e nel istante in cui ne fai una, sei il protagonista di un disegno impresso nel tempo che e più grande di te… d’altra parte però, le foto sono anche ricordi sbiaditi nei cuori di chi ne e padrone, ricordi di qualcosa ke c’era e ora non c’è più, di un qualcosa che forse non tornerà mai più, e solo questa la parte maledettamente brutta e dolorosa di una foto!
Da bambino avevo paura della notte perché pensavo fosse popolata da mostri. Crescendo ho capito che i veri mostri si nascondono nel buio che abbiamo dentro e con loro bisogna parlarci, bisogna conoscerli. Ho scoperto che non sono poi così diversi da me, che non sarebbero mai diventati mostri se mi fossi preso cura di loro. Ho scoperto che loro conoscevano me molto meglio di quanto io conoscessi loro. Ora mi tengono compagnia ma, finché li ho temuti, mi sono sentito incredibilmente solo.
Dannato è colui che ricerca la felicità ma vive solo di tristezza.
Nell’immobilità del silenzio avverti l’abbraccio dell’assenza.
Questo mio cuore oggi impazzisce, ieri pulsava ora ruggisce.
È abbastanza per te Dio questo mio dolore? È abbastanza per te Dio questa condanna? È abbastanza per te Dio questo mio tormento? È abbastanza per te Dio questa disperazione? Dimmi è abbastanza? O vuoi ancora altro da me? Mi stai dissanguando come il tuo figlio in croce.
Le foto, cosa sono le foto!? Sono un ricordo stampato nella memoria, sono la prova tangibile di una momentanea e fugace felicità, e nel istante in cui ne fai una, sei il protagonista di un disegno impresso nel tempo che e più grande di te… d’altra parte però, le foto sono anche ricordi sbiaditi nei cuori di chi ne e padrone, ricordi di qualcosa ke c’era e ora non c’è più, di un qualcosa che forse non tornerà mai più, e solo questa la parte maledettamente brutta e dolorosa di una foto!
Da bambino avevo paura della notte perché pensavo fosse popolata da mostri. Crescendo ho capito che i veri mostri si nascondono nel buio che abbiamo dentro e con loro bisogna parlarci, bisogna conoscerli. Ho scoperto che non sono poi così diversi da me, che non sarebbero mai diventati mostri se mi fossi preso cura di loro. Ho scoperto che loro conoscevano me molto meglio di quanto io conoscessi loro. Ora mi tengono compagnia ma, finché li ho temuti, mi sono sentito incredibilmente solo.
Dannato è colui che ricerca la felicità ma vive solo di tristezza.
Nell’immobilità del silenzio avverti l’abbraccio dell’assenza.
Questo mio cuore oggi impazzisce, ieri pulsava ora ruggisce.
È abbastanza per te Dio questo mio dolore? È abbastanza per te Dio questa condanna? È abbastanza per te Dio questo mio tormento? È abbastanza per te Dio questa disperazione? Dimmi è abbastanza? O vuoi ancora altro da me? Mi stai dissanguando come il tuo figlio in croce.