I vizi capitali, nella teologia cattolica sono sette: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia. Io, ne aggiungerei un ottavo: la mancanza di “Umiltà”, perché rende l’individuo borioso, tronfio del proprio “tutto”, disconoscendo che la vera grandezza è “denotare” di essere “piccoli”.
Il vigliacco scalza ogni attacco, perché falcia senza usarela faccia.
Io sono per vivi e lascia vivere, sono dell’idea che ogni persona sia libera di fare quello che vuole della propria vita, ma non di giudicare quella degli altri, soprattutto se non è un esempio. Impariamo a guardare noi stessi e a giudicarci, scopriremo che gli altri sono come noi. Tutti siamo imperfetti e peccatori e nessuno è Dio per giudicare.
Il senso del dovere è simile ad un’orribile malattia. Distrugge i tessuti del pensiero come certe malattie distruggono i tessuti del corpo. Il catechismo ha da rispondere di gravi responsabilità.
Continua a fare favori ad aiutare tutto e tutti, non risparmiarti a nessuno, tanto poi nessuno si darà a te, come sai i piaceri fatti hanno memoria breve in chi li riceve.
Fece affidamento sugli altri. Faticò il doppio.
Per essere come gli altri, basta parlare degli altri.