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Rosa Ramirez – Vita

Fai che ogni giorno sia un giorno di ricordare. Vivi con la semplicità che la vita ti dona, vivi con il sorriso anche se a volte non è facile sorridere, vivi facendo del bene al prossimo, senza guardare a chi lo fai, vivi con amore, rispetto, con armonia perché la vita già è pesante da sola, figuriamoci se non facciamo tutto questo. Viviamo, godiamo di questa vita meravigliosa.

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    Guarda come precaria e misera è la condizione dell’uomo: ieri embrione, domani mummia o cenere. E dunque questa briciola di tempo che ti è concessa vivila secondo natura e separati dalla vita serenamente, come l’oliva matura che cade benedicendo la terra che l’ha portata su di sè, e rendendo grazie all’albero che l’ha fatta maturare.

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    Fermarsi a pensare alla vita che va avanti, una vita che non aspetta di seguire il suo corso, non ti rincorre per dirti ciò che davvero senti di voler fare e se guardo dentro me stessa la paura delle volte mi gela da fermare i miei passi. Ma amo la vita e devo correre più veloce perché non ho fatto abbastanza per curare il giardino della mia anima. Non devo dare colpa al tempo che lentamente fa cadere piccole gocce di rugiada a distruggere le speranze. Devo rialzarmi ogni mattina e fare tutto il possibile, provare, magare anche sbagliare e non dare le colpe a chi accanto a me fà il possibile per non smettere di credere. Guardo le mie mani fredde che a poco a poco si riscaldano sempre di piu, stringo forte i pugni e urlo e penso che davvero posso essere l inizio di tutto ciò che voglio se davvero voglio.

  • Andrea G. Pinketts – Vita

    Due parole. Giusto per uscire da un casino e infilarsi in un altro. Due parole, tipo “Ti amo”, dette controvoglia alla persona sbagliata o alla persona giusta che in quel momento non ne ha voglia. Due parole che possono pesare come due macigni rotti di cui ci si dimentica l’inevitabilità dei conseguenti sassolini. Due parole, le giuste due. Quelle che chiudono un discorso che non avrebbe meritato di essere stato aperto. Due parole per prendere le distanze dalle circostanze. Due parole per uscire da un tamponamento a catena, appiedato, e guarda un po’, solo sulle tue gambe. Il problema è che quelle due parole non escono mai al momento giusto. Ti tempestano i rimorsi e i rimpianti perché non sono state tempestive. Si ricomincia, signori, con poca sintesi e molta enfasi quando le due parole si moltiplicano. A questo punto, giustappunto, è meglio andare a capo. A capo di una situazione imbizzarrita ma non imbrigliabile. A capo e sul dorso di una vita che si rivela un cavallo di razza tanto più è incrociata. Un cavallo a un crocevia. Questa è la soluzione. Un cavallo piazzato improvvisamente spiazzato da tutte quelle croci che se ne vanno via. Due parole: “Vado via”. Mi correggo: “Forse torno”.