Rosanna Russo (RosEgypt) – Frasi sulla Natura
Nuvole si stagliano nel cielo, impalpabili graffiti su un’infinita tela.
Nuvole si stagliano nel cielo, impalpabili graffiti su un’infinita tela.
Esistono tre tipi di fuoco, in natura. Il rosso fuoco che riduce in cenere, quello azzurro relativamente innocuo del fuoco di plasma, e quello devastante, terribile, pericoloso se usato male, del fuoco dello spirito, che la materia ha nella sua luce come energia, e che alla morte rilascia nella realtà circostante trasformandosi negli Elementi. Una energia simile, se troppa, mette la vita in discussione… indipendentemente dallo splendore che si ottiene come maschera, dai simulacri che si usano, depredandoli, per vivere a lungo, al riparo dal proprio male, dalla mortalità, che comunque restano, perché avere non è essere. Perciò la salvezza stava nella vita e non nella morte. E che speranza si può mai avere, se addirittura chi insegna la saggezza e la vita è il primo a negarle per interessi discutibili e irresponsabili.
Il mondo non è uno spettacolo, ma un campo di battaglia.
La vita è sacra per tutti gli esseri viventi: se fai male alla natura, fai male a te stesso.
Non sono ancora stanco della vita selvaggia, anzi apprezzo sempre più la sua bellezza e l’esistenza errante che conduco. Preferisco la sella al tram e il cielo stellato al soffitto, preferisco il sentiero oscuro e difficoltoso verso l’ignoto alla strada asfaltata, e la pace profonda del selvaggio allo scontento generato dalle città…È vero… mi manca compagnia intelligente, ma sono così poche le persone con le quali posso condividere ciò che per me è tanto importante che ho imparato a contenermi. La bellezza intorno a me è sufficiente.
Chissà cosa sente la foglia che si stacca dal ramo, benché le sue nervature apparissero salde nell’innesto, invece, guardarsi morire la speranza del verde ed arrivare alla secchezza dell’arido, inquietante, malaticcio giallognolo e tentennare nella sospensione del refolo che, sadico, pone in prospettiva lo schianto, ma perpetua il senso del precipitare nella stasi della vertigine. Aspiriamo al nitore degli approdi, delle definizioni perentorie dei verbi nella coniugazione d’un passato prossimo che ci faccia chiudere gli occhi in segno di rassegnazione, evitando il gerundio della paura. Sta cadendo.
È primavera! Cos’è questo casino sugli alberi? È qui la festa?