Rosaria Brancato – Sogno
I sogni sono l’unica speranza che mi posso permettere di avere. Perché i sogni non sono sogni, ma la certezza che tornerà a darmi ragione.
I sogni sono l’unica speranza che mi posso permettere di avere. Perché i sogni non sono sogni, ma la certezza che tornerà a darmi ragione.
Tu eri rapido, Morar, come un capriolo sulla roccia, terribile come una fiamma notturna nel cielo. La tua collera era una tempesta, la tua spada nella battaglia, un lampo sulla landa. La tua voce sembrava il torrente dopo la pioggia, il tuono grondante tra le montagne. Molti caddero sotto il tuo braccio; la fiamma della sua ira li consumò. Ma quando tu ritornavi dal combattimento, com’era calma la tua fronte! Il tuo viso era come il sole dopo la tempesta, come la luna nella notte silenziosa; il tuo seno era tranquillo come il lago quando è cessato il rumore del vento.
Non sono forse i sognatori che desiderando fanno i sogni!?
In un angolo del campo di concentramento, a un passo da dove si innalzavano gli infami forni crematori, nella ruvida superficie di una pietra, qualcuno, chi?, aveva inciso con l’aiuto di un coltello forse, o di un chiodo, la più drammatica delle proteste: “Io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia”.
Troppi sogni arrestano la vita, le impediscono di vivere e di incontrarti.
È stupendo sognare anche senza un luogo per atterrare, senza paura di farti male.
Non ho paura di rincorrere un sogno.Temo solo di non raggiungerlo mai!