Rosita Matera – Frasi sulla Natura
Spalanca la finestra, ecco il mattino: un acquerello acceso che s’è incorniciato d’oro si stende pian piano sul volto stanco della notte.
Spalanca la finestra, ecco il mattino: un acquerello acceso che s’è incorniciato d’oro si stende pian piano sul volto stanco della notte.
Il disumano rapimento per raddoppiare lo spirito di questo universo, dell’albero della vita che il Padre celeste vuole replicare e rendere eterno con una macellazione impropria, gli darà il risultato contrario. Troppa energia trasformata in acqua e sole, brucia la vita fino nel profondo, rendendo suo nuovo avversario il Bene, come è sempre stato. L’albero splendente lasciato vivere, o tollerato, vicino ad un fiume, andò troppo vicino alla verità del cosmo e ad intuire la vera natura di Dio, maledetto e fatto diventare “ribelle”, l’angelo decaduto tacciato di vanità. Eppure non tutto è così lineare, ogni spirito dovrebbe essere visto dall’Onnipotente per quello che è, per l’energia effettiva che rilascia nel suo Sistema con la macellazione, la mensa del cosmo. Se è troppa, questo spirito potrebbe andare in contrasto con la struttura universale e con il “luogo” dove Dio e gli angeli si trovano. La matematica non aspira a vendette, non odia, ma spiega. Il risultato immutabile è al di là delle forze di Dio e di Cristo, che pensano solo al potere e a come allungarsi… la vita, il loro punto debole, creature immortali che un tempo erano uomini, è la disonestà. Così dal male e dal maleficio ottengono la morte, incontrano il destino proprio con le azioni con cui cercano di evitarlo. L’albero che rappresenta la vita e le fondamenta del Cosmo, si consuma nel suo nuovo splendore, ha cominciato a marcire al suo interno.
Dovremmo saper guardare con stupore e gratitudine i doni della natura: dai fili d’erba ai grandi alberi, dai piccoli insetti alla maestosità delle balene, dall’immenso mare alle cime innevate dei monti. Dovremmo, ma l’essere umano difficilmente apprezza quello che gli viene regalato.
Sotto soli incendiati, terre crollate, vite bruciate, mi chiedo come un creatore voglia la morte della sua creazione (l’universo e le sue dimensioni) per inseguire una pulsione spirituale e un egoismo carnale. La risposta è semplice come fare uno più uno: Dio non è il creatore della materia dal nulla, è solo un utilizzatore di quello che c’era già. Rapendo, macellando per trasformare uno zero in infinito, il risultato che otterrà lo confessa il destino che già adesso è cominciato, e che addirittura è più grave di quanto gli possa sembrare.
In tutta la natura ci sono le iniziali di Dio e tutte le creature sono lettere d’amore di Dio per noi.
Dalle viscere della terra sino al firmamento va esalando un canto muto; ozia tra le valli, ondeggia tra i mari, sonnecchia nelle tenebre. Sembra che una mano tenga tutto assieme, facendo danzare questo regno come una benedizione.
Il mare… in lui a volte mi sono isolata dal mondo nuotando ed ho finto di essere una chimera, è anche grazie a lui che mi sono innamorata, accanto a lui ho fatto l’amore e poi, in lui ho pianto. Guardando il suo ondeggiare ho trovato consolazione.