Rosita Matera – Stati d’Animo
La Vita parla di splendore ogni volta che sorge il sole, che camminiamo verso un sogno, che un fiore sboccia sul sentiero di casa.
La Vita parla di splendore ogni volta che sorge il sole, che camminiamo verso un sogno, che un fiore sboccia sul sentiero di casa.
I suoi occhi sono speciali sembrano vedere sotto i vestiti entrano nella mia anima in profondità sente il mio profumo, la mia fragranza come in una brezza scruta i miei sogni segreti attraverso i miei occhi, entra nel mio spirito, cercando di capire, vuole tutto di me, con amore e passione, io sono il suo tocco di dolcezza e grazia che lo inebria mentre sento il suo respiro e il suo sapore sulle mie labbra.
La mia è quel tipo di insicurezza di chi è stato ferito, una volta, due e anche tre dalla stessa persona. Quell’insicurezza che fa uscir fuori soltanto il peggio di te. Quella che non riesce a farti dire un complimento al ragazzo che ti piace, quell’insicurezza che ti porta sempre a dire “no vabbè, poi magari posso disturbare” e a quel punto non chiami, non scrivi a nessuno. Quasi come se io stessi sempre un gradino sotto rispetto a tutti gli altri. Quella che ad ogni complimento ricevuto dici “ma chi, io? No guarda stai sbagliando”, come se io non meritassi mai niente. Sono soltanto un accumulo di tante piccole insicurezze da formare un groviglio di acidità. Ma quando si è così, come me, come si fa a piacersi? Come si fa ad apprezzarsi, a dirsi “io valgo”?
Come se si potesse dimenticare una persona soltanto non scrivendosi più. Smettere di cercarla in ogni citazione di Tumblr, canzoni, libri. Se solo riuscissimo a non pensarla più. Se solo ne fossimo capaci.
Inizio a pensare che la libertà, quella vera, non esista più, ci è stata tolta, ce la siamo tolta, per riaverla basterebbe utilizzare in modo differente il mezzo con cui ce la siamo tolta, l’unica cosa che è ancora realmente libera; il pensiero.
Le rose sono le figlie dell’alba e del tramonto, infatti possiedono la limpidezza della luce appena nata e l’intensità di vibranti fuochi accesi di un sole addormentato.
Ho esaurito i “biglietti” della pazienza. Ormai vado avanti con i “vaffanculo” e non ci penso più.