Sabina Patruno – Destino
Noi Attoridi una melodiachiamata: destino.
Noi Attoridi una melodiachiamata: destino.
Il peggio l’ho lasciato per ultimo. Possiamo declassificare la Principessa riportandola semplicemente alla vecchia Eva Hodges, sesso femminile, età anni quattro, ceppo caucasico. Nel tardo pomeriggio la sua carrozza si è ritrasformata in una zucca con quattro topi a tirarla. A guardarla, la si sarebbe detta perfettamente normale, nessuna traccia di raffreddore. È giù, certo: le manca la mamma. A parte questo, appare perfettamente normale. E invece se l’è beccata. Dopo pranzo la pressione ha prima registrato un calo, poi una risalita: questo è l’unico mezzo diagnostico che Denninger è riuscito fino a questo momento a escogitare. Prima di cena Denninger mi ha mostrato i vetrini del suo espettorato – come incentivo alla dieta, i vetrini dell’espettorato sono ineguagliabili, credetemi – e sono pieni di quei germi a ruota di carro che, dice lui, non sono affatto germi ma incubatrici. Non riesco a capire come sia possibile che lui sappia dov’è quest’affare e che aspetto ha, eppure non sia in grado di bloccarlo. Mi propina un sacco di paroloni, ma secondo me non capisce nemmeno lui.
Avere guai per colpa del destino non è la stessa cosa che averne per colpa propria.
Perché il destino lo si legge dalle nostre mani? Forse perché siamo noi gli autori e ce lo scriviamo sulla pelle.
La ricerca della strada maestra è un viaggio singolare e unico da intraprendere ogni giorno. Esso è come un volo di uccelli fatto di istinto, cuore e abbandono ai sentieri del cielo.
La sete… di potere è un peso che nessuna Terra potrà mai sopportare.
Mi sei entrato dentro, e non ne uscirai facilmente. Credimi.