Salvatore Riggio – Stati d’Animo
Sei la fonte da cui sfocia il mio dolore,il pozzo in cui risiede la mia felicità.E quando le acque scarseggiano nel pozzo,non ce da preoccuparsi dopo una mareaci avrà pensato la fonte a riempirla nuovamente.
Sei la fonte da cui sfocia il mio dolore,il pozzo in cui risiede la mia felicità.E quando le acque scarseggiano nel pozzo,non ce da preoccuparsi dopo una mareaci avrà pensato la fonte a riempirla nuovamente.
Alle volte si rimane senza parole vedendo certe cose, e la domanda nasce spontanea, ma ci sei o ci fai?
Se spengo la luce finirà tutto questo sentire? Per quanto? Per quanto devo continuare a sentire?
Ho l’anima antica. Non amo il cellulare, i messaggi. Ma guardare gli occhi, respirarne l’anima di ogni singola parole. Adoro il muovere lento delle mani e il profumo della carta intrisa di inchiostro. Le case in cui si impasta ancora il pane così come a farci l’amore. Amo i cavalli e quel modo tutto loro di muoversi, come sempre in attesa di un appuntamento; e quell’idea di libertà che ti donano sempre, anche dietro un misero recinto. Amo i fiori e le parole dolci, le canzoni e le dediche. Amo chi mi fa arrossire, ma il complimento deve esser garbato. E non dimentico. Ricordo a lungo. Ricordo per sempre.
Questa sveglia ha contato i passi della mia vita, ha misurato gioie e dolori, mi ha parlato col suo “tic tac”, confortando la solitudine ma, soprattutto, mi ha svegliato, regalandomi – quotidianamente – il sogno della vita”.Il sogno della vita è il mio più grande desiderio. Inseguo, quotidianamente, la vita.
Ero vissuta sospesa nel tempo. Sfogliavo il passato. Piegai le labbra in un sorriso ironico, quando mi resi conto che mi erano stati strappati dei fogli dai capitoli vissuti in quei mesi o forse si, forse non erano mai stati scritti. Come poteva finire un qualcosa se niente era cominciato, come potevo perderlo se non lo avevo mai avuto?
Come una candela sono. Lentamente si consuma la luce affievolisce, si spegne.