Ho la malinconia incastrata nelle costole. Quel genere di malinconia che non ti blocca il respiro perché hai il magone, ma ti indolenzisce le ossa perché parte dallo stomaco. Puoi respirare, ma ogni respiro è uno sforzo, una fitta. Lo sforzo di evitare di piangere, ché tanto sai che sarebbe inutile. Ed immeritato. Perché sono lacrime che non ti meriti tu né tantomeno chi le ha provocate.
Anche se io sembro la più forte e quella che più se ne frega, non è vero che non soffro, io mi sto difendendo.
Il cielo è grigio come i tuoi occhi e vengon giù lacrime di nostalgia, di un tempo che non è mai stato.
Ho raccolto segni di un imprudenza, ma nel frattempo ho seminato semi di dolcezza e compassione…
E poi ti stanchi, anche di stare male.
Giuro che spaccherei tutto, urlando così tanto da sentir la voce tremare…
Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati quanto la disperazione.