Sant’Agostino – Filosofia
Da due pericoli bisogna guardarsi: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento.
Da due pericoli bisogna guardarsi: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento.
Una società che non guarda al suo futuro è come un albero che si rifà soltanto i propri cicli finché non invecchia.
Trovare la felicità è come cercare di scorgere l’orizzonte, dove finiscono gli ostacoli e inizia il panorama. Si giunge spesso di fronte ad una montagna e si pensa “è finita”. Ricordati di scalare sempre le tue montagne, perché più è alta, meglio vedrai l’orizzonte e lo vedrai sicuramente meglio di chi lo cerca restando al suolo, tentando di aggirare la montagna.
Quando leggi un bel libro non vorresti mai che arrivasse il capitolo con la parola fine, ma tutto questo è inevitabile, poiché anche nella vita e per tutte le cose, anche se non vuoi la parola fine arriva.
Le parole che scrivo pensando a voi, sono già vostre prima che io le pensi.
Tutti abbiamo una storia che fa grande ogni piccolo essere umano.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.
Una società che non guarda al suo futuro è come un albero che si rifà soltanto i propri cicli finché non invecchia.
Trovare la felicità è come cercare di scorgere l’orizzonte, dove finiscono gli ostacoli e inizia il panorama. Si giunge spesso di fronte ad una montagna e si pensa “è finita”. Ricordati di scalare sempre le tue montagne, perché più è alta, meglio vedrai l’orizzonte e lo vedrai sicuramente meglio di chi lo cerca restando al suolo, tentando di aggirare la montagna.
Quando leggi un bel libro non vorresti mai che arrivasse il capitolo con la parola fine, ma tutto questo è inevitabile, poiché anche nella vita e per tutte le cose, anche se non vuoi la parola fine arriva.
Le parole che scrivo pensando a voi, sono già vostre prima che io le pensi.
Tutti abbiamo una storia che fa grande ogni piccolo essere umano.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.
Una società che non guarda al suo futuro è come un albero che si rifà soltanto i propri cicli finché non invecchia.
Trovare la felicità è come cercare di scorgere l’orizzonte, dove finiscono gli ostacoli e inizia il panorama. Si giunge spesso di fronte ad una montagna e si pensa “è finita”. Ricordati di scalare sempre le tue montagne, perché più è alta, meglio vedrai l’orizzonte e lo vedrai sicuramente meglio di chi lo cerca restando al suolo, tentando di aggirare la montagna.
Quando leggi un bel libro non vorresti mai che arrivasse il capitolo con la parola fine, ma tutto questo è inevitabile, poiché anche nella vita e per tutte le cose, anche se non vuoi la parola fine arriva.
Le parole che scrivo pensando a voi, sono già vostre prima che io le pensi.
Tutti abbiamo una storia che fa grande ogni piccolo essere umano.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.