Saverio Fortunato – Società
Se in Italia paradossalmente scomparisse la mafia, avremmo un esercito di imprenditori morali dell’antimafia, senza più un’occupazione e una preoccupazione.
Se in Italia paradossalmente scomparisse la mafia, avremmo un esercito di imprenditori morali dell’antimafia, senza più un’occupazione e una preoccupazione.
La Rivoluzione francese non è che l’avanguardia di un’altra rivoluzione più grande, più solenne: l’ultima rivoluzione.
Il mondo dovesse essere senza errori, ma senza errori il mondo sarebbe noioso come i discorsi dei politici.
Grecia. Avremmo gradito la voce, non di Joey Tempest che pure ci appassiona tanto, ma quella dell’Europa della Merkel. Sarebbe bastato dire: “Va bene, la vita è dura per tutti. È successo anche a noi: se, nel post seconda guerra mondiale, non ci avesse aiutato l’America – senza alcuna sicurezza che i loro soldi sarebbero tornati nelle casse dello zio Sam – saremmo ancora allo sbando. Sediamoci e discutiamo senza spocchia il problema”. Ma questo non è avvenuto.
Ricordo mio nonno, quando passeggiavamo insieme e io ero poco più di un bambino, mi raccontava molto della sua vita, di quando era giovane, tra le due guerre, mi ripeteva spesso: “Noi vivevamo nella miseria, tu non la conosci e forse non la conoscerai mai”. Caro nonno, forse non la conoscerò come l’hai conosciuta tu ma credo che un giorno, se avrò la fortuna di raccontare qualcosa della mia vita a mio nipote, sicuramente gli dirò: “Noi vivevamo nella merda, tu non la conosci e forse non la conoscerai mai”.
È la pelle dell’orso che vesto ogni giorno, perché in un mondo di belve affamate, quella d’agnello avrebbe vita breve.
Qual è il momento migliore per la cena? Se uno è ricco, quando vuole; se uno è povero, quando può.