Sergio Antonielli – Guerra & Pace
La smania di preda era costata la vita anche ai vincitori.
La smania di preda era costata la vita anche ai vincitori.
“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato”. Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi l’ha schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati”.
Ci sono tre tipi di battaglie: quelle che si possono vincere, o perdere, quelle perse in partenza, quelle che non si vogliono vincere.
In verità mai, quaggiù, si potranno placare gli odii con l’odiare.
È tutta la vita che combatto con i maschi, adesso vorrei la pace con un uomo.
Non tutti i militari subiscono il processo di deumanizzazione, i più forti riescono a combatterlo.
Una bara, tanti bambini, non si può restare incinta dove c’è la guerra.