Sergio Rimondot – Sogno
Devo sognare ancora per trovare l’ispirazione. Devo chiudere gli occhi per vedere ciò che vorrei e che adesso non c’è. Devo sognare ancora un po’ e poi, poi scriverò ancora di te.
Devo sognare ancora per trovare l’ispirazione. Devo chiudere gli occhi per vedere ciò che vorrei e che adesso non c’è. Devo sognare ancora un po’ e poi, poi scriverò ancora di te.
Un bacio sulla notte, è rubare metà sogni al cielo.
Ascoltiamo le voci che ci arrivano dal mare. Siano esse trasportate dal vento o sussurrateci all’orecchio da una conchiglia: saranno sempre la chiave che aprirà la porta dei nostri sogni.
Quando siamo giovani abbiamo tanti sogni, da grandi viviamo soltanto di sonnambulismo.
Sfumano, nel chiarore mattutino, colori dello sfarzo etereo di un sogno.
Sono un razionale che non può fare a meno dei sogni!
Ho sognato che eravamo io e te e c’erano anche i nostri occhi, sì, gli occhi; poi, ricordo che sono apparse le mani come carezze dirette dagli occhi. Questi occhi sembrava fossero direttori d’orchestra e nell’armonia sentivo un suono, un ritmo, si, un crescendo di percezioni… sospiri. Ricordo, ancora, che i sospiri conducevano la dolcezza delle carezze come petali sfiorati dal vento e, poi, ricordo un divenire di colori in un susseguirsi di intensità: luce nella luce. Le parole delle labbra scandivano sintonie celebrali come fossero fiocchi di neve in un inverno di sole.