Sergio Rimondot – Sogno
È un sogno ad occhi aperti il mio pensiero di te.
È un sogno ad occhi aperti il mio pensiero di te.
I grandi poeti sono rari come i grandi amanti, non bastano le velleità, le furie e i sogni; ci vuole di meglio: i coglioni duri.
Un’emozione è l’attimo in cui cuore e cervello si tengono per mano.
Ci sono sogni impossibili mi dici, ma io ti guardo e ti ascolto e penso che di impossibile c’è solo che è impossibile non sognare.
La guardai negli occhi, spalancati sotto la folta cornice di ciglia, e desiderai poter dormire.Non per l’oblio, come avevo già fatto prima, non per sfuggire alla monotonia, ma perché volevo sognare.
Mi chiedono come sopravvivo e rispondo che io, ho imparato a sognare.
Sogno un pianeta in cui l’educazione sia un virus a trasmissione aerobica, che possa infettare gli individui con un saluto, un sorriso, un grazie.
I grandi poeti sono rari come i grandi amanti, non bastano le velleità, le furie e i sogni; ci vuole di meglio: i coglioni duri.
Un’emozione è l’attimo in cui cuore e cervello si tengono per mano.
Ci sono sogni impossibili mi dici, ma io ti guardo e ti ascolto e penso che di impossibile c’è solo che è impossibile non sognare.
La guardai negli occhi, spalancati sotto la folta cornice di ciglia, e desiderai poter dormire.Non per l’oblio, come avevo già fatto prima, non per sfuggire alla monotonia, ma perché volevo sognare.
Mi chiedono come sopravvivo e rispondo che io, ho imparato a sognare.
Sogno un pianeta in cui l’educazione sia un virus a trasmissione aerobica, che possa infettare gli individui con un saluto, un sorriso, un grazie.
I grandi poeti sono rari come i grandi amanti, non bastano le velleità, le furie e i sogni; ci vuole di meglio: i coglioni duri.
Un’emozione è l’attimo in cui cuore e cervello si tengono per mano.
Ci sono sogni impossibili mi dici, ma io ti guardo e ti ascolto e penso che di impossibile c’è solo che è impossibile non sognare.
La guardai negli occhi, spalancati sotto la folta cornice di ciglia, e desiderai poter dormire.Non per l’oblio, come avevo già fatto prima, non per sfuggire alla monotonia, ma perché volevo sognare.
Mi chiedono come sopravvivo e rispondo che io, ho imparato a sognare.
Sogno un pianeta in cui l’educazione sia un virus a trasmissione aerobica, che possa infettare gli individui con un saluto, un sorriso, un grazie.