Sesto Properzio – Guerra & Pace
Dal mio sangue non nasceranno soldati.
Dal mio sangue non nasceranno soldati.
È inutile vincere quando in palio c’è un misero pezzo di carta.
Forse è questo quello che impedisce di trovare la pace: le troppe parole.
Ma in noi, la generazione fin dalla nascita votata alla guerra, l’istinto di procreare si era visibilmente spento.
Amo il futuro, perché è limpido, un foglio bianco su cui planare. Lo amo in anticipo, come una promessa, come un neonato che attende di fare la sua comparsa nel mondo. E lo sento questo futuro, e non mi spaventa, anche se ogni passo ci conduce sempre più paradossalmente verso la morte. Ma ci chiede sommesso di liberarlo di tutto il peso che si porterà addosso, asportare l’enorme neo fiorito nel concepimento, ingrossato da retaggi e cammini distorti del passato, gonfio di anni e di sbagli dell’uomo. Lasciamolo in pace questo futuro, lasciamolo respirare, libero, magari inconcludente, ma offriamogli il sacrosanto diritto di essere staccato dalle corde, quelle logore, insensate corde, intrecciate dall’umana stupidità, pronte a legarlo, a strozzarlo ancor prima del suo tempo.
La vittoria non necessita di spiegazioni, la sconfitta non ne consente.
Non la forza, ma la bellezza, quella vera, salverà il mondo.