Silvana Stremiz – Anima
Vorrei aver ascoltato la mia anima quando mi suggeriva di andarmene. Mi stava proteggendo.
Vorrei aver ascoltato la mia anima quando mi suggeriva di andarmene. Mi stava proteggendo.
Amico mio si dice con troppa facilità, si dice spesso dopo un abbraccio, dopo qualche caffè bevuto insieme, dopo un attimo che credi sia stato di lealtà. Poi passa il tempo e quell’abbraccio si fa sempre più freddo, il caffè lascia un sapore amaro. Sì, amico è una parola impegnativa, è un patto che si firma con l’anima, un impegno d’affetto sincero, un vissuto che dura più “di un attimo”.
Resto folle nella mia lucidità.
Non potremo mai dire di aver incontrato davvero l’anima di qualcuno, senza aver prima incrociato i suoi occhi. Lo sguardo è l’unica porta attraverso la quale le anime riescono davvero ad entrare in comunicazione, e solo chi ama profondamente riesce a cogliere lo stato d’animo che ci cela al di là di quella porta. Guardare negli occhi dell’altro e non sentirsi a disagio, significa che siamo entrati dalla porta giusta, che ci sentiamo a casa. Se anche solo per un attimo, quello sguardo dovesse abbassarsi, vuol dire che non è degno di accoglierci.
La tomba della mia anima rimarrà per sempre vuota, lei è eterna ed immortale. Eterna…
L’anima volgare non ha futuro.
Se è vero che non bisogna mai far notare quello che per amicizia si è fatto, è altrettanto vero che non si può evitare di notare quello che in un’amicizia manca.