Silvana Stremiz – Guerra & Pace
A dichiare la guerra sono i potenti a combatterla i comuni mortali.
A dichiare la guerra sono i potenti a combatterla i comuni mortali.
“Credo che abbia avuto molto coraggio”, disse Juliana, “a scrivere quel libro. Se l’Asse avesse perso la guerra, noi potremmo dire e scrivere quello che ci pare, come facevamo prima; saremmo un paese unito e avremmo un sistema equo, uguale per tutti”.
Alcune cose si sentono, si avvertono in quei piccoli particolari che vorremmo non sentire, non vedere, ma che ci sono.
Le persone quando sono vive non si portano nel cuore, si amano. Sono i morti che portiamo nel cuore.
Non c’era molto da dire, c’erano solo delle cose da rivalutare, con la forza del pensiero che batteva quelle di qualsiasi altro tipo, il perché? Semplice, non era in conflitto con nessuno. La scienza e la religione ad esempio potrebbero essere definite in conflitto, la pace con la guerra, ma la guerra era troppo faticosa anche per chi l’appoggiava più di ogni altra cosa, non era come pensare alla Pace, quella è stata dalle origini la cosa più rilassante della storia, così ci sentivamo vincitori per una volta.
La razionalità in amore raramente viene premiata dalla propria anima, semmai troverà consenso nel proprio cervello.
Non conosco il dolore della guerra, finche qualcuno non me lo racconta e leggo chiaramente il dolore che ha provato ogni momento soltanto leggendo i suoi occhi…