Silvana Stremiz – Matrimonio
Invece di chiederci se c’è un’altra/o, forse dovremmo chiederci perché non ci siamo più “noi”.
Invece di chiederci se c’è un’altra/o, forse dovremmo chiederci perché non ci siamo più “noi”.
Sarà che io do un certo valore all’amicizia, sarà che non sopporto la cattiveria del falso, sarà che preferisco restare da sola piuttosto che in compagnia dell’ipocrisia, sarà che la parola amico ha un significato consistente per me, ma non sopporto quelli che con ipocrisia fingono di volerti bene, accarezzandoti con la mano destra mentre con la sinistra ti stanno pugnalando. Non sopporto quelli che alla fine di un’amicizia “sparlano” sperando di colpirti nell’animo e quello che sopporto ancora meno, è lo stupore di cui si vestono quando decidi di andartene, pur sapendo che era inevitabile dopo tanto sangue. E magari hanno anche il coraggio di chiamarti “amico mio”.
Credere nella vita eterna rende accettabile la morte.
Non pensare di costruire un “noi” fatto da due “io”.
Due mesi di fidanzamento, dieci anni di convivenza, due figli, sei mesi di matrimonio, separazione, divorzio, ritorno a casa dai genitori; per fortuna che ci sono ancora.
Trasformare il tradimento in un’occasione di consapevolezza è possibile, superando la rabbia di essere stati traditi o evitando di sentirsi in colpa per un’infedeltà.
Quando l’amore torna indietro con indifferenza abbiamo per forza preso il treno sbagliato…Un giorno capiterà…