Silvana Stremiz – Ricordi
A volte il passato violenta il presente.
A volte il passato violenta il presente.
Quando si rompe quel filo invisibile che lega una persona all’altra, che si tratti di amicizia o d’amore, poco importa quando accade, si sente inevitabilmente un gran fracasso nel cuore, poi arriva il silenzio, quello che fa male mentre respira, mentre cerca di arrivare a domani, mentre cerca fra i ricordi la ragione della rottura. Il silenzio si rompe con le prime parole che iniziano ad urlare piene di veleno fino al chiarimento oppure fino a scontrarsi nuovamente con il silenzio, quello definitivo, che non lascia più spazi al comporsi di altre parole, ad altre spiegazioni o ad altri momenti ed altri incontri, quel silenzio tombale che scrive la parola fine.
La verità può uccidere l’anima di chi ancora spera.
Ho atteso una vita la tua anima. Me l’hai offerta candida e immensa per poi riprendertela senza pietà.È stato come porgere dell’acqua a una persona in mezzo al deserto e dopo la prima goccia portargliela via…
Il dolore di una perdita è sonoro. Il ricordo doloroso di una perdita è muto.
La verità non ha bisogno di schieramenti, di subdoli alleati, la verità ha bisogno di tempo, perché alla fine le bugie inciampano nella verità, perché devono affrontare troppi ostacoli: quelli della memoria, le distorsioni degli eventi, e spesso s’incartano da soli fra una bugia e l’altra. Le bugie vivono sempre da incazzate perché non hanno la trasparenza della sincerità e devono combattere ogni “lurido” secondo per dimostrare la loro presunta innocenza agli altri.
A volte non basta dire: “mi manchi”, ma ci vuole un “ti amo” per non perdere per sempre una persona.