Silvana Stremiz – Stati d’Animo
Amare la “perfezione” è come amare un favola. Chi non ama le favole?
Amare la “perfezione” è come amare un favola. Chi non ama le favole?
Abbi fede, le tue lacrime si trasformeranno in sorrisi, perché se la lotta sarà dura, la vittoria sarà immensa.
Ricaccio indietro le lacrime, non posso e non voglio essere fragile. Io devo darti quella sicurezza che ti manca, la certezza che non hai, il sostegno di cui hai bisogno. Io devo essere presenza e costanza, un punto fermo nel tuo universo in movimento, il tuo punto d’appoggio quando pensi che stai andando giù. Mi sento come un cerbiatto impaurito, ma devo farmi roccia… per te.
Io muoio in dicembre e rinasco in aprile.
Sono una scomparsa con l’anima a scrigno che sparisce in una fessura di muro e mostra il vento della confusione con i soli sibili e senza nessuna parola distinguibile. Pazienza. Eppure, se ci si facesse falce a brandire l’aria, si taglierebbe anche la tempesta.
Quando mi hanno fatto a pezzi non ho mai avuto paura di guardarmi comunque dentro. Si, mi ha fatto male, ma ho visto come può ridursi qualcuno per amore di qualcun altro. Ho visto il risultato per aver creduto nell’illusione. Ho visto i pezzi di un sogno mai volato e mai esistito. Non ho avuto paura di prendere quei pezzi, guardarli, elaborarli ancora e costruirne di nuovi, dando vita, luce e voce ad una nuova me.
Il verbo illudere ha sia un pregio sia un difetto. Il difetto è la sofferenza, il pregio è quello di sognare, sognare e sognare.