Silvana Stremiz – Vita
La reciprocità rende sublime ogni rapporto e avvicina cuori e pensieri. Di qualunque tipo di rapporto si tratti, il senso unico tende ad allontanarci.
La reciprocità rende sublime ogni rapporto e avvicina cuori e pensieri. Di qualunque tipo di rapporto si tratti, il senso unico tende ad allontanarci.
A chi mi ha sopravvalutato, a chi mi ha sottovalutato.A chi mi ha deluso, illuso, manipolato; a chi ho illuso, deluso, involontariamente o volutamente offeso.A chi mi ha lasciato, a chi ho lasciato.A chi mi vuol bene, a chi mi ama, a chi mi ha amato; a chi voglio bene, a chi amo ed a chi ho amato.A chi mi giudica, a chi mi reputa uno stupido; a chi ho criticato, a chi su richiesta ho consigliato.A chi mi ha ferito ed ancora continua a farlo, alla sua presunta gelosia ed al suo ripetuto abbaglio; a chi deludo ed ancora continuo a farlo.A chi ci ha sicuramente perso mandandomi a cagare, a chi ci ha sicuramente guadagnato mandandomi a cagare.A chi mi odia ed a chi mi adora; a chi avrei voluto menare, e per fortuna non l’ho fatto ancora.A chi ha saputo realmente apprezzare il sottoscritto ed a chi ancora lo fa; a chi non ho apprezzato abbastanza, a chi mi accompagnerà.Grazie.Grazie perché in qualche modo favorite la crescita di quest’uomo. Grazie perché mi avete aiutato a capire che, nella sfera umana, non esiste nessuna regola di valenza universale; che l’unica certezza è l’incertezza; che siamo tutti uguali ma tutti diversi, simili ma unici, medesima forma e differente sostanza.
I vecchi sono la storia, sono quelle persone che saggiamente ti guidano, che parlano per esperienza e ti aiutano a capire, i vecchi sono corpi segnati dal tempo ma con cuori pieni di vita, i vecchi ti stringono con mani che hanno lavorato la terra e ti danno calore, i vecchi ti guardano con occhi coperti da palpebre cadenti ma pieni di speranza, i vecchi vivono ogni giorno come fosse l’ultimo eppure lo apprezzano come se fosse il primo.
Le persone che non fanno più parte della mia vita, fuori che “un paio”, che porterò sempre nel cuore, sono solo quelle passate a miglior vita, quelle che vivono in altri cieli, non si contano perché vivono ancora dentro di me. Tutte le altre non hanno mai fatto realmente parte del mio cuore o io del loro, altrimenti ci sarebbero ancora. Non le rimpiango, semplicemente perché non ci meritavamo l’un l’altro, abbiamo abitato “le stanze vuote del cuore” senza viverci con l’animo.
È la strada del divenire, che vive inizialmente di confusione, il buon esistere è una conquista fatta di tanti piccoli fallimenti.
Sono esploratori cattivi quelli che pensano che non ci sia terra se vedono solo mare.
Non ci facciamo mancare nulla solo quando l’esistenza c’ha tolto tutto.