Silvana Stremiz – Vita
Troppo spesso con ipocrisia diciamo “ti stimo”, per poi smascherarci nel quotidiano in piccoli gesti insipidi.
Troppo spesso con ipocrisia diciamo “ti stimo”, per poi smascherarci nel quotidiano in piccoli gesti insipidi.
Il nostro corpo è come gli altri strumenti, dura in proporzione a quanto lo si usa.
Strani giorni come in un concentrato di vita. Ti perdi, ti preoccupi di quel che sarà. Forse sorriderai o piangerai ancora; la vita è tutto questo, mentre lei va, o mentre passa ti trovi in una tempesta di emozioni. Un soffio di vita ti accarezza, e il tempo. Ti fa correre per una destinazione che non saprai mai, in fondo come disse nietzche: “da quando ho imparato a camminare mi piace correre”. Così, corri, e ancora corri verso un’altra tempesta.
Alcuni non capiscono che sono le piccole cose a riempire la vita delle persone che vivono unicamente per loro stesse.
Non voglio più rinunciare al mio sorriso. Voglio tenermelo stretto e difenderlo con ogni mezzo. Sono troppo stanca di stare male, di essere in ansia e di preoccuparmi per persone che non hanno con me la stessa disponibilità e attenzione. Voglio un nuovo inizio, una nuova “me”. Voglio un nuovo cammino e nuovi traguardi.
Non ho grosse pretese, spero solo che qualcuno che mi capisca. A pensarci bene, pretendo troppo!
Avevo una mia teoria: se si riesce a superare la barriera delle 72 ore senza sonno, non si sente più la necessità di dormire. Tutto falso, perchè sono finito dritto in uno schifosissimo ospedale. Sono stato sveglio 76 ore e ho passato in ospedale le successive 72.