Silvana Stremiz – Vita
È violenza anche costringere il prossimo a vivere.
È violenza anche costringere il prossimo a vivere.
Il tempo ha cambiato anche me. Mi ha portato a credere che l’impegno maggiore debba essere quello di puntare ad una vita se non felice almeno tranquilla. Credo che qualsiasi scelta noi decidiamo saremo sempre insoddisfatti perché vivere tranquillamente non è cosa da poco ma se decidiamo di voler arrivare in alto significa che la nostra indole è quella. Allo stesso tempo se intraprendiamo questa “salita” piena di delusioni e ostacoli desideriamo allora di non averlo fatto. Dipende da quanto ci sentiamo forte e da quanto non ci sentiamo ancora arresi, a quali ambizioni aspiriamo e quale vita tranquilla noi abbiamo a disposizione. Sono dell’idea che sia più bello e giusto vivere una vita tranquilla ed essere felici per ciò che abbiamo conquistato. Con questo non dico di abbandonare i nostro sogni, ma di cercare di capire dove abbiamo sbagliato, per non essere riuscita a raggiungere i nostri obiettivi, e chiederci sempre il motivo sia anche giusto. I nostri piccoli desideri diventeranno realtà. Ma affinché diventino realtà ciò dobbiamo crederci veramente e aspettare il momento giusto che poi arriverà sempre, perché le cose semplici si ottengono coltivando, nessuno ti regale niente, neppure la vita. Ma arrendersi mai.
Sono ciò che sono per non diventare ciò che non volevo essere.
Vivendo soffro. Soffrendo vivo.
Vivere non è accettare tutto, ma scegliere, sfrondare, sacrificare. La linfa dell’albero sale solo quando i rami sono stati potati.
Quando gli sbarramenti, reali o psicologici, sono troppi, ripercorro mentalmente la parte più armoniosa del già vissuto per trovare adesso almeno un pertugio.
Disegno ciò che non è reale perché odio ciò che vivo.