La nostra speranza è che queste festività che abbiamo dedicato alla Sacra famiglia riescano ad aprire il cuore dei duri, dare suono alle orecchie dei sordi e luce ai ciechi, così da poter mantenere la speranza e così risanare il male galoppante e recuperare le coscienze perdute.
Vivi l’attimo, perché in quell’attimo potrebbe esser racchiuso tutto il senso della tua vita.
Nella nebbia del tempo smarrisci il bambino che è in te, ma alla fine del tuo viaggio lo ritrovi e lo prendi per mano.
Il tempo è un grande maestro. Peccato che uccida tutti i suoi allievi.
La ricchezza di un uomo sono le azioni del suo cuore.
Se la coscienza fosse una riva, sarebbe sempre in balia di ciò che la vita come mare trascina fino ad essa, o in balia di venti che soffiando forte porterebbero via fino all’ultimo granello di sabbia, scoprendo la vera natura di un luogo mai scoperto, arido fatto di roccia come di uomini senza coscienza. Ma non può essere riva, no; nella coscienza vegliano i ricordi, custodiscono raggi di sole, fasci di luce dei giorni passati. Giorni in cui un sorriso scaldava fredde giornate. Nella coscienza soffia il vento dell’anima, pungente come salsedine che sa di corallo e fresco come un’alga sempre verde di speranza coltivata dal cuore che conserva il sapore della dignità.
Chi ha molti amici non può che essere solo.