Silvia Nelli – Figli e bambini
La vita può chiederti di rinunciare a tutto, ma all’amore di un figlio no. È l’unica cosa che può tenerti in piedi durante le peggiori tempeste.
La vita può chiederti di rinunciare a tutto, ma all’amore di un figlio no. È l’unica cosa che può tenerti in piedi durante le peggiori tempeste.
Ed è meraviglioso quando ti senti unica e tutto perché qualcuno ti ci fa sentire e ti accorgi che si può esser felici di niente basta la persona giusta.
Basta niente, in questo periodo, per farmelo tornare in mente. Non fa che insinuarsi tra i miei pensieri, anche la notte, schiacciato come un fiore appassito fra le immagini di Hanna ed Emmeline e Riverton: il mio nipotino. Fuori del tempo e fuori posto. In certi momenti è il bimbo di tanti anni fa, con la pelle tenera e gli occhi sgranati, subito dopo l’uomo che è oggi, svuotato dall’amore perduto. Vorrei rivedere il suo volto. Toccarlo. Il suo bel volto, cesellato, come ogni altro volto, dall’abile mano della storia. Decorato dal colore dei suoi avi, da un passato che conosce appena. Un giorno tornerà, su questo non ho dubbi, perché la casa è una calamita capace di risucchiare anche il più sbandato dei figli, ma non so se sarà domani o fra anni.
No, mi dispiace ma non riesco a fare finta di niente di fronte ad atteggiamenti schifosi e meschini. Mi si ribella anche l’ultimo embolo del cervello e le conseguenze per chi fa certi gesti partono in automatico.
In qualsiasi modo tu viva non vai mai bene. Quindi dai retta: vivi come cazzo ti pare!
Fino a quando dentro di te regnerà la confusione, confusione sarà anche fuori, attorno a te e ovunque andrai con chiunque sarai.
“Che cosa può avere una persona da rendermi così vulnerabile”? Quante volte ci facciamo questa domanda, tante e ci sono due risposte: o ci rende vulnerabili perché poco a poco ci distrugge facendoci male e annullandoci o ci rende vulnerabili facendoci sentire a nudo di fronte ad essa ed ecco che la nostra anima si scopre per amare e lasciarsi amare. Nel primo caso no non permettetelo mai e nel secondo credetemi se vi dico che non c’è modo più bello di sentirsi “vulnerabili”!