Silvio Taddei – Social Network
Se le rivoluzioni si facessero su facebook gli italiani sarebbero meglio degli zapatisti.
Se le rivoluzioni si facessero su facebook gli italiani sarebbero meglio degli zapatisti.
Salire sul trono di Facebook è come trovare un posto sull’autobus quando devi scendere.
Il virtuale è una realtà camuffata del reale, che galleggia spinta dal vento delle illusione e utopie, dove chi non è vero si tuffa, per respirare “sogni” chiusi nel cassetto della coscienza mai aperti, mai visti, mai vissuti con l’anima.
Quando impari a tagliarti le dita e non mandare quell’sms che non va mandato, quando risparmi a te e al mondo uno status di facebook che non avresti neanche dovuto mai pensare… vuol dire che veramente stai invecchiando.
Che strano il mondo virtuale: siamo tutti buoni, belli, bravi, divertenti, gentili, altruisti. Siamo tutti così nel mondo virtuale e poi, e poi le verità sono altre, per tanti versi me lo aspetto sempre ma ci rimango sempre male quando mi accorgo che è tutto virtuale. Sono delusa e amareggiata ancora una volta, ma per quanto tempo ancora resisterò? E mi domando, che senso ha?
Su Facebook sono tutti grandi, chissà se nella vita poi lo sono davvero.
Facebook, così come Twitter, è diventato in brevissimo tempo un grande mezzo di comunicazione, una forma stupenda di linguaggio universale; vengono pubblicati link, pensieri personali, video, foto e tant’altro. Quel che conta penso è proprio il “saper comunicare” e l’errore più grande sta proprio nella “convinzione” e quindi nella”illusione” di alcune persone che credono di formarsi il carattere e la personalità solo attraverso il “Social Network” evitando così di percorrere la “vera strada” che la vita ci ha donato.